Gli annunci sul vaccino per contrastare il Covid-19 si stanno susseguendo senza soluzione di continuità in questi giorni concitati. Prima Pfizer-BioNTech, poi Moderna. Il primo, con un’efficacia, aggiornata di recente, attestata al 95%. Il secondo, del 94,5%.

Il rally per il suo arrivo sul mercato è ufficialmente iniziato. Molto probabilmente, convoglierà le energie di tutta la società civile, delle istituzioni, della sanità e della logistica nei prossimi mesi.

Uno slancio che vuole mettere la parola fine a questa crisi infinita.

La sua distribuzione, come hanno giustamente fatto notare le associazioni di categoria del settore, rappresenta una sfida epocale. Questo, per l’enorme quantitativo di dosi necessarie (centinaia di milioni nella sola Europa, miliardi nel mondo). Inoltre, anche per le temperature richieste per la sua conservazione, di decine di gradi sotto lo zero.

Per capire l’effettiva portata della prova che il mondo dei trasporti si appresta ad affrontare, abbiamo colto l’occasione per fare il punto della situazione. Lo abbiamo fatto con uno dei principali attori mondiali nel settore della refrigerazione, Thermo King.

Francesco Incalza, Presidente Thermo King EMEA, buongiorno. Ancora prima dell’annuncio del vaccino anti Covid-19, Thermo King aveva già puntato i riflettori sulle sue soluzioni  per il trasporto aereo refrigerato (con Envirotainer) per fronteggiare questa imponente sfida. Quali sono invece le soluzioni nel campo del trasporto su strada?

«Per quanto riguarda il trasporto aereo ci sono delle restrizioni regolate dalle agenzie di volo (sia negli Stati Uniti sia in Europa). Sono in vigore regole molto severe sulle emissioni e sulle dimensioni dei container. La soluzione che Thermo King ha sviluppato con Envirotainer è in grado di trasportare vaccini con una temperatura compresa tra +2 e +8 gradi.

Tuttavia la soluzione di punta di Thermo King per garantire l’approvvigionamento di vaccini anti Covid-19, per esempio per quello prodotto da Pfizer-BioTech, che può essere conservato a temperature intorno ai -70°, è rappresentata da CSS, la cosiddetta Cold Storage Solution. Si tratta di un container refrigerato con un’unità di refrigerazione integrata, dotato di una o due porte, in base alle esigenze. La lunghezza del container può essere di 10, 20 o 30 ft (rispettivamente di 3,6 o 9 metri).

La nostra azienda consiglia di adottare la soluzione denominata “Super Freezer” in grado di scendere a temperature proibitive come quelle richieste dal vaccino, combinate a container isolati di tre o sei metri».

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In questi ultimi giorni si è sentito spesso parlare di ghiaccio secco come possibile soluzione alle sfide poste da questo vaccino. Quali soluzioni offre Thermo King in merito?

«Le soluzioni con il ghiaccio secco (in soldoni anidride carbonica allo stato solido) presentano una problematica che da una parte è legata alla disponibilità, perché si esaurisce abbastanza in fretta sul mercato, e dall’altra anche alla sostenibilità, a causa delle forti emissioni di CO2 prodotte dal processo per il suo ottenimento. Non si tratta di una soluzione particolarmente sostenibile sul lungo periodo per Thermo King, marchio di Trane Technologies, azienda innovatrice a livello globale nel settore dei prodotti per la climatizzazione.

E’ una società quotata in borsa e da molti anni ai massimi livelli dell’indice di sostenibilità (Sustainable Index) di Dow Jones. Perciò, in linea con gli ambiziosi obiettivi green del Gruppo, il ghiaccio secco rappresenta una soluzione momentanea e strettamente legata al complicato periodo emergenziale che stiamo vivendo».

Quasi tutti i vaccini in sviluppo avranno bisogno di due dosi per essere efficaci. Si tratta di un quantitativo enorme che farà lievitare il numero di vaccini richiesti, solo per l’Europa, a svariate centinaia di milioni. Le soluzioni Thermo King quanti vaccini saranno in grado di trasportare?

«Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il 25% dei vaccini nel mondo, trasportati dal punto di produzione al punto di utilizzo, dove verrà fatta l’iniezione al paziente, si danneggia. Per quanto riguarda il vaccino della Pfizer-BioNTech, verrà prodotto negli Stati Uniti e in Belgio. Ogni fiala, che contiene cinque dosi di vaccino, potrebbe essere messa nel CSS per non interrompere la catena del freddo. Il container con la soluzione di refrigerazione Thermo King può essere trasportato ovunque, via mare, via aereo, via terra. Le soluzioni Thermo King verranno acquistate da società farmaceutiche, di logistica, dalle agenzie di Governo e anche dagli eserciti. Il consiglio della società è quello di comprare i container medio-piccoli, in modo da avere una soluzione compatta e funzionale, in grado di garantire caratteristiche di isolamento termico più performante.

Francesco Incalza

Noi consigliamo di caricarli al 75% per due motivi: prima di tutto perché in questo modo garantiscono una mobilità interna ai dottori e agli infermieri che dovranno entrare a prendere i vaccini. Poi ogni CSS è in grado di contenere un minimo di 24mila fiale, per un totale di più di 100mila vaccini. Il container 6×3 metri contiene 60mila fiale il che, tradotto, significa 300mila vaccini anti Covid-19. Ed è per questo motivo che il container con una dimensione media (il 20 ft cioè 6×3 metri) è il più richiesto, proprio perché in grado di garantire un ottimo compromesso tra efficienza e dimensioni.

Per quanto riguarda i container più grandi, quelli da 9 e 12 metri, il consiglio di Thermo King, nonostante la loro lunga durata garantita tra i 10 e i 12 anni di operatività, è di equipaggiarli con due o più unità frigo, in grado di garantire una maggiore sicurezza».

Almeno per i primi vaccini annunciati, si parla di temperature di stoccaggio complicatissime, tra i -70 e i – 80 gradi. Come si riuscirà a garantire questa temperatura durante le varie fasi del trasporto e della catena del freddo? Mi riferisco in particolar modo al passaggio tra le varie modalità: da aereo a lungo raggio fino all’ultimo miglio per la consegna nelle strutture ospedaliere.

«Il container può essere trasportato in ospedale e da lì essere direttamente collegato alla corrente elettrica: ciò rappresenta una soluzione ottimale per la gestione della campagna di vaccini direttamente sul campo. I medici possono usufruirne a piacimento, in base alle esigenze giornaliere. Possono prendere la fiala, portarla nei locali adibiti, preparare la soluzione da iniettare al paziente. Va ricordato che i primi vaccini (quelli della Pfizer), una volta usciti dallo stato di conservazione a -70 gradi, possono durare solo 6 ore a temperatura ambiente.

Le cosiddette “pizza boxes” con ghiaccio secco (il nomignolo affibbiato dalla stampa alle soluzioni di trasporto direttamente sviluppate dall’azienda farmaceutica americana, dalle dimensioni relativamente contenute, come una grande valigia da viaggio) sono in grado di contenere fino a 1000 fiale ovvero 5000 vaccini. Ogni volta che vengono aperte però occorre rifornirle con altro ghiaccio secco, altrimenti la temperatura interna si alza inevitabilmente andando ad impattare sulla conservazione del vaccino. E servirà molta formazione per gli operatori affinché venga garantito un corretto utilizzo della strumentazione».

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Cosa offrono invece i CSS di Thermo King?

«I container Thermo King quando vengono trasportati sulla strada hanno dei generatori a diesel esterni che forniscono energia costante e garantiscono il mantenimento della temperatura. Sia il CSS che i generatori esterni, che possono essere agganciati nella parte superiore del mezzo, vengono offerti con soluzione di vendita separati. La caratteristica che rende i CSS estremamente utili è la possibilità d’impiego anche in zone sperdute, resa possibile proprio dai generatori esterni, in grado di rendere queste soluzioni autonome».

Quindi opzioni su misura e modulari, calibrate in base alle esigenze delle specifiche realtà

«Ogni opzione è personalizzabile. Per gli eserciti container più grandi. Possono essere fatti anche con il trasporto intermodale. Ed è proprio grazie a questa modalità che i vaccini possono essere spostati facilmente, su ferrovia, tra le località che ne hanno più bisogno. C’è urgente bisogno di una soluzione che sia altamente “mobile”, trasportabile dove ve ne sia la necessità».

Infatti, come abbiamo visto nelle ultime settimane, l’andamento dei contagi e dei parametri utilizzati per valutare la criticità variano moltissimo di regione in regione. E’ richiesto, insomma, un dispiegamento di forze in continuo mutamento.

«La prova del nove sarà rappresentata dai primi milioni di dosi del vaccino Pfizer in arrivo tra dicembre e gennaio: solo lì si potrà davvero capire l’entità della sfida. Il mio suggerimento, quando non c’è spazio, è quello di valorizzare la trasportabilità su tutte le tipologie di vettori. La nostra soluzione è in grado di essere utilizzata anche in luoghi remoti non raggiunti dall’elettricità. Nasce infatti per il trasporto di pesce pregiato una quindicina d’anni fa. Ora è stata appositamente potenziata, una volta apprese le esigenze di conservazione dei primi vaccini, per garantire temperature al di sotto di -70°.

Per capire l’entità della sfida bisogna pensare che -60° è la temperatura che c’è su Marte. Thermo King ha intrapreso una serie di serrati test con gli operatori della logistica per arrivare a questo risultato. Quella di Thermo King è una soluzione approvata, funziona anche da remoto per garantire il mantenimento della temperatura. Dopo aver aperto e richiuso le porte la temperatura scende sotto i -70 dopo un arco temporale che oscilla tra i 15 e i 30 minuti».

Ma come è strutturato all’interno il CSS? Ha più di una porta dunque

«Sì, le porte e gli ambienti sono molteplici. E’ presente una porta scorrevole all’ingresso, seguita subito dopo da un’anticamera, che a sua volta precede la seconda porta. Questa è antistante l’ambiente con le temperature più basse. Alcune tende separano la seconda porta dal carico del container, nel nostro caso i vaccini».

Può fornirci qualche dettaglio in più sulle sue caratteristiche tecniche?

«Il CSS di Thermo King (in grado di erogare 400/500 volt, con una frequenza di 50 e 60 mhz in base) ha un range di operatività compreso tra i -70° e i -10° e risulta essere adatto al già citato vaccino di Pfizer, a quello di Moderna (entrambi basati sul metodo dell’mRNA), annunciato recentemente ed efficace stando ai dati al 94,5%, e a quello di Johnson & Johnson, i cui test sono nelle fasi finali, come d’altronde sta accadendo al prodotto di AstraZeneca, multinazionale con cui l’UE ha già stretto accordi per la fornitura di milioni di dosi.

Nello specifico i vaccini di Moderna e Johnson & Johnson devono essere trasportati mantenendo temperature sui -20°. Poi in fase di stoccaggio possono resistere svariati giorni. Ecco, la nostra soluzione in un unico prodotto è in grado di adattarsi a tutti i principali vaccini che stanno arrivando sul mercato: non ci sarà bisogno di sostituirla quando cambierà il vaccino ed è adatta, per esempio, per quegli ospedali che nel corso del prossimo anno utilizzeranno tutti i vaccini in arrivo. Abbiamo anche un’altra soluzione, in grado di garantire temperature tra -40° e +30°, con costi più contenuti».

Il futuro

Dopo aver ripercorso i traguardi dell’azienda, dall’annuncio delle nuove unità di refrigerazione per semirimorchi A Advancer ai componenti T-Hybrid per camion, dalle unità E200 per mini van fino ai nuovi prodotti per il trasporto sui bus, Incalza ha annunciato che durante il prossimo anno e mezzo verrà presentato un prodotto nuovo Thermo King al mese, il tutto accompagnato da nuove nuove soluzioni, sia dal punto di vista finanziario, come la possibilità di ottenere forme di leasing per cinque anni con alcuni partner del Gruppo, sia per quanto riguarda le politiche green.

Entro il 2030 infatti più del 65% dei prodotti Thermo King sarà full electric, soprattutto in Europa e in America. Tuttavia le richieste per le motorizzazioni tradizionali molto probabilmente proseguiranno in Medio Oriente e in Africa.

Infine Incalza ha sottolineato il ruolo fondamentale della social responsability, un valore condiviso da tutta la dirigenza Thermo King. «Vogliamo offrire un aiuto concreto alle comunità, in qualunque luogo, per uscire da questa situazione complicatissima. Perché, anche se si riesce a fare business, non c’è una prospettiva con il virus ancora presente e si rischia di rimanere chiusi in casa. Nonostante le difficoltà, gli italiani sono forti, l’Italia è fortissima e ne uscirà più forte di prima».

La strada dunque è tracciata: si inizia a dicembre. Quando le prime dosi del vaccino, se tutto andrà secondo i piani, saranno pronte per intraprendere il loro lungo viaggio. Di liberazione e speranza.

Stefano Eliseo

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