Tragedia di Calenzano, Federtrasporti chiede l’intervento del Governo
Il presidente di Federtrasporti, Claudio Villa, esprime cordoglio a due aziende associate che hanno perso altrettanti autisti e alle famiglie di tutti i lavoratori coinvolti nell’incidente. Invita Governo e Parlamento a guardare con maggiore attenzione alle anomalie che si creano nelle procedure legate alle attività di carico e scarico.
L’incidente nel deposito carburanti di Calenzano dello scorso 9 dicembre nella raffineria Eni ha avuto conseguenze tragiche: sono state ben cinque le vittime, tre delle quali autisti delle autobotti.
Non si è fatto attendere il commento di Claudio Villa, presidente di Federtrasporti: “Trasportare merci pericolose rappresenta un rischio molto elevato. Per gestirlo bisogna attenersi a regole ferree, a protocolli da non dare mai per scontati per evitare di farsi guidare dalla consuetudine”.
Due degli autisti deceduti lavorano per aziende associate a Federtrasporti. Per questo Villla ha espresso la sua vicinanza alle aziende (RAT e Cotras di Calenzano), oltre che alle loro famiglia.
Aggiunge il presidente di Federtrasporti sottolinea come questo incidente debba costringere a riflettere, “se ancora muoiono soltanto nel trasporto circa 180 persone ogni anno”. Uno dei problemi sollevati da Villa è la lunghezza dei tempi di carico, che spesso crea insofferenza negli autisti: “Non è normale che in fase di scarico un autista non disponga di connettori standard per raccordare l’autocisterna con un deposito e in qualche caso debba pure affidarsi all’improvvisazione. E tutto ciò che è fuori dal normale, e quindi fuori dalle procedure, funziona come una crepa che si apre nella barriera eretta per proteggere la sicurezza”.
Proprio per questa ragione Villa ha chiesto al Governo e al Parlamento di legiferare con maggiore rigore rispetto a un momento dell’attività lavorativa di un autotrasportatore troppo trascurato. I dati Inail riportano negli ultimi cinque anni, solo nel settore del trasporto, un numero di infortuni cresciuto del 35% rispetto a cinque anni fa.