L’ultimo Consiglio dei Ministri ha ratificato una scelta che era effettivamente nell’aria: il taglio delle accise sui carburanti introdotto lo scorso anno dal Governo guidato da Draghi non sarà replicato quest’anno. E l’effetto sui prezzi alla pompa è evidente fin dal primo giorno dell’anno, quando l’ultima tranche di ‘bonus’ è terminata. Per contrastare la speculazione – più volte chiamata in causa per spiegare gli aumenti degli ultimi giorni, spesso superiori ai 20 centesimi circa ‘coperti’ dal taglio delle accise – i distributori dovranno esporre, accanto ai propri prezzi, il valore medio dei prezzi alla pompa in Italia. In modo che l’utente possa farsi un’idea più precisa. Il calcolo del prezzo medio, peraltro, si basa su valori che saranno diffusi ogni giorno dal ministero dell’Ambiente.

Proprio nei giorni scorsi, in un’intervista concessa a La Stampa, il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha spiegato che il prezzo del gas attuale non giustifica aumenti tali da portare il prezzo dei carburanti alla pompa sopra i due euro (cosa che puntualmente si sta verificando in questi giorni). Quindi, gli aumenti sarebbero legati a una dinamica speculativa.

Via il taglio lineare delle accise. La spiegazione della premier

Nel suo consueto video messaggio settimanale, la premier Meloni ha difeso le scelte del suo Esecutivo, chiamando in causa il concetto di giustizia sociale. “Per tagliare le accise non avremmo potuto aumentare il fondo sulla sanità, la platea delle famiglie per calmierare le bollette domestiche, per i crediti delle pmi: tutte queste misure sarebbero state cancellate per prevedere il taglio della accise”, ha detto la presidente del Consiglio. “In Cdm abbiamo deciso di rafforzare le norme sanzionatorie per chi non adempie alle comunicazioni previste dalla legge e abbiamo stabilito che ogni benzinaio esponga il prezzo medio giornaliero”.

Il taglio ‘lineare’ delle accise deciso nel 2022 aveva generato pareri contrastanti nel mondo dell’autotrasporto: da una parte si plaudeva alla scelta di mettere un freno all’aumento impetuoso dei prezzi; dall’altro si sottolineava il fatto che si trattava di una misura che metteva sullo stesso piano possessori di veicoli di ogni standard di emissione. Insomma, che il veicolo fosse Euro 3 – per fare un esempio – o Euro VI lo sconto era uguale. Come sappiamo, invece, da gennaio 2023 torna il ‘vecchio’ rimborso trimestrale riservato ai possessori di veicoli di massa pari o superiore a 7,5 ton e categoria Euro V o VI di entità pari a 21,418 centesimi al litro. Le domande potranno essere inoltrate a partire da aprile.

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