Normative UE: Stellantis, ANFIA e il ministro Urso mettono pressione alla Commissione
Chiaro il messaggio: gli obiettivi fissati dalla Commissione per auto e van (progressivo aumento delle vendite a zero emissioni fino allo stop alla vendita dei veicoli con motore termico nel 2035) sono irrealistici e rappresentano una sciagura per il settore e la filiera produttiva. Oggi la - parziale - risposta della presidente von der Leyen: "Il futuro è elettrico ma stiamo preparando la revisione della roadmap di decarbonizzazione".
Si è svolto a Roma nella giornata di ieri, 8 settembre, un incontro a Roma tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il CEO di Stellantis, Antonio Filosa, e il presidente di ANFIA, Roberto Vavassori. Sul tavolo, come si dice in casi come questo, il percorso di decarbonizzazione delineato dall’Europa nel settore automotive, con le parti a concordare su un punto focale, peraltro ribadito proprio nella giornata di ieri da un altro dirigente di Stellantis, Jean-Philippe Imparato: gli obiettivi fissati dalla Commissione per auto e van (progressivo aumento delle vendite a zero emissioni fino allo stop alla vendita dei veicoli con motore termico nel 2035) sono irrealistici e rappresentano una sciagura per il settore e la filiera produttiva.
Stellantis, ANFIA e il MIMIT mettono in discussione le normative attuali
Significativo, poi, che nel corso dell’incontro di Roma si sia parlato, come recita il comunicato ufficiale di ANFIA, in modo particolare dei veicoli commerciali. Lo stabilimento di Atessa, in Abruzzo, è infatti il fulcro della produzione dei veicoli commerciali del gruppo Stellantis, sebbene non sia l’unico a livello europeo. Da quel sito dipende l’economia di un territorio importante in Italia, considerando un indotto non indifferente.
La parola d’ordine, per Stellantis, ANFIA e il MIMIT, è far tornare di moda in Europa il concetto di neutralità tecnologica, finora sempre bandito dalla Commissione prima e dagli altri organi di riferimento poi. L’obiettivo, si legge sempre nel comunicato, “è trasformare subito il dialogo strategico (avviato all’inizio di quest’anno dalla presidente von der Leyen e dal commissario Tzitzikostas, ndr) in azioni strategiche”.
La ‘risposta’ della presidente von der Leyen al Parlamento europeo
L’industria, insomma, inizia a far sentire con forza la propria voce. Intanto, nella giornata del 10 settembre, la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, è tornata a parlare di automotive al Parlamento europeo nel corso del tradizionale discorso sullo Stato dell’Unione. Significativo il richiamo alla necessità di produrre anche in Europa auto elettriche “economiche e alla portata di tutti”: quelle E-Car in cui la “E” sta per Europa, oltre che per “elettriche”.

“Si dovrà investire anche in auto piccole e accessibili”, sotto il cappello di un’iniziativa denominata ‘Small Affordable Cars’. Per quanto riguarda più in generale il trasporto leggero, nessun dubbio da parte della presidente della Commissione sul fatto che “il futuro dell’automotive sarà elettrico“, anche se è stata confermata la volontà di anticipare al 2025 la possibilità di rivedere la roadmap di decarbonizzazione (il famoso piano che prevede lo stop alla vendita di auto e van termici entro il 2035), con due anni di anticipo sul previsto. Questo in nome di una – generica – apertura alla “neutralità tecnologica”. Ecco, forse, la notizia più significativa per il mondo del trasporto commerciale.