Nonostante lo slancio per le politiche green e digitali contenute nelle bozze del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNNR) – quello che è ormai entrato nel linguaggio collettivo come Recovery Plan – da una parte mancano ancora risorse e progetti espressamente dedicati all’intermodalità, sia per il trasporto combinato camion-ferrovia (Ro.La) che per quello camion-nave (Ro.Ro), dall’altra importanti finanziamenti finalizzati al rinnovo del parco veicolare dell’autotrasporto, un aspetto centrale per la diffusione dei combustibili alternativi. A sottolinearlo il Segretario Nazionale di Confartigianato Trasporti Sergio Lo Monte, durante l’audizione alla Commissione Trasporti che ha tenuto alla Camera dei deputati, focalizzata proprio sul Recovery Plan.

Recovery Plan, fatto troppo poco per l’intermodalità

Lo Monte, pur apprezzando le misure del Piano dedicate alla portualità per rafforzare l’ultimo miglio, al potenziamento delle infrastrutture, anche in funzione del miglioramento della sicurezza stradale, alla logistica integrata, alla transizione energetica e alla produzione di energia da fonti rinnovabili, lamenta l’assenza di interventi finalizzati a valorizzare il ruolo e le scelte degli autotrasportatori per una mobilità sostenibile.

Il Segretario di Confartigianato Trasporti considera quindi “fondamentale mettere in campo un piano strutturato di riconversione ambientale ed irrobustire il fondo nazionale per il rinnovo del parco veicolare merci con una serie di misure durature nel tempo”. Il rischio, con la crisi di governo giunta al suo culmine, dopo il fallimento delle trattative per riformare la maggioranza che ha sostenuto fino a gennaio il secondo Governo Conte, è quello di perdere letteralmente il “treno” della sostenibilità in mancanza di adeguate politiche organizzative per l’intermodalità e il rinnovo del parco veicolare, tra i più obsoleti d’Europa secondo i dati forniti dall’ACEA.

Inoltre sul fronte del trasporto persone, Lo Monte chiede un ripensamento dell’organizzazione del trasporto pubblico locale e che venga rafforzata l’integrazione dei tradizionali servizi di linea con modalità di trasporto gestite dalle piccole imprese e concentrate su particolari categorie di utenti e tipologie di territori (come il trasporto scolastico e disabili, i trasporti nelle aree a domanda debole) mediante autoveicoli a basso impatto ambientale.

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