gilet gialli

In Francia non si placa la protesta scoppiata sabato 17 novembre contro il Governo Macron per la riforma sull’aumento del carburante. In particolare, la manovra prevede che dal 1 gennaio il diesel aumenterà di 6,5 centesimi superando la soglia psicologica di 1,50 euro al litro, mentre la benzina di 2,9 centesimi avvicinandosi a quota 1,60 euro al litro. Un ulteriore aumento per uno dei Paesi che risulta essere già tra i più cari, ma mai quanto l’Italia. E mentre Oltralpe i ‘gilet gialli’ tentano di scuotere la situazione, nel Bel Paese sembra che nessuno batta ciglio. 

La protesta in Francia: chi sono ‘i gilet gialli’?

Si fanno chiamare ‘i gilet gialli’ (les gilets jaunes) perché, durante le loro proteste, indossano i giubbetti retroriflettenti obbligatori per gli automobilisti quando si scende dall’auto lungo strade e autostrade. Sono operai, pensionati, impiegati, lavoratori di ogni ordine e grado che, attraverso i social network, si sono uniti in un movimento di protesta a-politico che sta letteralmente paralizzando la Francia.

gilet gialli

Il motivo del contendere è il nuovo caro carburante che entrerà in vigore a partire dal primo gennaio prossimo per volere dell’Eliseo, intestardito a proseguire la sua marcia ecologista contro gli inquinanti e a favore dell’utilizzo di veicoli elettrici o a carburanti alternativi a scapito di quella grande fetta di popolazione che non si può permettere nell’immediato l’acquisto di un nuovo mezzo.

Una protesta tutt’altro che pacifica: si contano due morti

Come vuole la tradizione francese in tema di proteste, quella dei ‘gilet gialli’ si sta rivelando un’azione vibrante, per usare un eufemismo. Traffico congestionato in vari punti del Paese, ‘picchetti’ anche nelle raffinerie e nei depositi di carburante. Il bilancio della manifestazione è pesantissimo: da sabato scorso si contano due mortioltre 400 feriti, di cui una ventina in condizioni gravi.

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