È bastata una frana di fine estate, domenica 27 agosto, per ricordare non solo all’autotrasporto, ma a tutta l’economia nazionale quanto siano fragili i collegamenti alpini, necessari all’export, per mantenere il Pil almeno in positivo.

Per via della frana, avvenuta in Francia a Saint-André en Savoie, l’accesso al traforo del Fréjus è stato interdetto ai mezzi di lunghezza oltre i 6 metri e sopra le 3,5 ton. Ergo, il traffico pesante si è spostato al Monte Bianco, che però doveva chiudere dal 4 settembre per lavori. Dirottamento che in poche ore ha congestionato il traforo e la rete autostradale del Piemonte, con i camion fermi a Ivrea e dirottati a Ventimiglia. Sul numero di settembre abbiamo approfondito la questione.

Via il contributo Art ma non si sa chi pagherà

Il decreto Omnibus, approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 8 agosto, contiene l’esclusione dell’autotrasporto merci dalle competenze dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) e il conseguente esonero della categoria tra i soggetti obbligati a versare il contributo annuale. 

«Un’ottima notizia per il nostro settore», commenta il presidente di Anita Riccardo Morelli. «Un sentito ringraziamento va al Ministro Salvini che l’ha proposta e fatta includere nel decreto Omnibus, dimostrando ancora una volta grande impegno per la tutela delle realtà imprenditoriali dell’autotrasporto». 

Bene, si tralascia però il fatto che a Bruxelles ci tengano assai al ruolo delle Autorità indipendenti dagli esecutivi dei paesi Ue. A parte il fatto che qualcun altro dovrà pur pagare il contributo venuto meno (quello dell’autotrasporto, appunto), Salvini, da par suo, si è messo di traverso rispetto agli obiettivi perseguiti dalla Commissione europea in tema di regolazione dei mercati. 

«Abbiamo fatto qualcosa che gli autotrasportatori aspettavano da tempo, eliminando il balzello, la tassa, il contributo annuale che le imprese di autotrasporto versavano all’Art. Faremo noi gratis, come Ministero, ciò che fino a ieri faceva Art a spese degli autotrasportatori», ha tuonato Salvini.

Peccato che con i chiari di luna che tirano in fatto di conti dello Stato, vedi anche le dichiarazioni del ‘suo’ ministro delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, fatte a Cernobbio il 3 settembre, quel ‘gratis’ sembra proprio suonare un po’ stonato.

Ok a Marebonus e Ferrobonus

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il ministero dell’Economia hanno rilasciato il nuovo regolamento sul Marebonus e il testo definitivo sul Ferrobonus. Lo ha reso noto il viceministro dei Trasporti, Edoardo Rixi.

Il primo, ha sottolineato Rixi, «disciplina le modalità di ripartizione e erogazione di risorse a favore delle imprese di autotrasporto conto terzi che utilizzano le autostrade del mare, e è un passo avanti finalizzato al miglioramento della catena intermodale strada-mare per favorire la decongestione della rete viaria e la riduzione degli impatti negativi sul traffico mediante il maggior utilizzo di servizi marittimi Ro-Ro e Ro-Pax». 

«Il via libera del Mef al testo definitivo sul Ferrobonus», aggiunge Rixi, «consente di accelerare lo sblocco delle risorse per il periodo 2023-2026. La misura si rivolge a imprese e operatori del trasporto ferroviario combinato e aveva già avuto il parere del consiglio di Stato». 

Nel mese di settembre sarà convocato un incontro con gli operatori del comparto per discutere sul merito delle necessità di due strumenti fondamentali per sostenere il trasporto intermodale, favorendo la decongestione delle strade.

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