L’accordo raggiunto lo scorso 15 giugno tra Parlamento Europeo e Consiglio UE di fatto “sterilizza” per tre anni la direttiva UE sui pedaggi green autostradali, allontanando il rischio di pesanti rincari per quel terzo del parco italiano inquadrato nelle categorie di emissioni più inquinanti, quelle comprese tra Euro 0 ed Euro 2.

Mentre il meccanismo di incentivazione per l’acquisto di nuovi mezzi resta al palo – il recente bando del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con 20 mila euro di contributo per un camion sopra le 16 tonnellate con motore ibrido o alimentato a metano consente di incentivare al massimo tremila mezzi contro un parco di almeno 60mila trattori inquinanti – il pacchetto mobilità licenziato da Bruxelles nel 2017 prevedeva infatti che entro il 1° gennaio del prossimo anno i pedaggi autostradali fossero rimodulati in base alle classi di emissione dei mezzi circolanti, imponendo pure uno sconto sostanzioso (fino al 75 per cento) per i camion con motori a LNG, sconto che avrebbe potuto toccare raggiungere il 100 per cento per i veicoli industriali “full electric”.

Pedaggi green, il costo sempre più legato all’inquinamento e meno alla percorrenza

Ribaditi i due principi cardine del Green Deal comunitario per il trasporto merci e i pedaggi green, ovvero “pay per use” e “polluter pays” (chi usa paga e chi inquina paga), l’accordo politico sulla revisione della direttiva pedaggi conferma la scelta di legare i costi sempre meno alla semplice percorrenza chilometrica, per includere invece le esternalità ambientali e soprattutto le emissioni di CO2 e inquinanti dei veicoli utilizzati, a partire da camion e autobus gran turismo con peso superiore a 16 tonnellate. Ma la differenziazione dei pedaggi nell’Europa a 27 prevede un periodo transitorio di tre anni fino al 2025 prima che scatti l’obbligo.

Una vera e propria ciambella di salvataggio per molti operatori italiani che specie nel Meridione non sono riusciti, grazie anche alla pandemia, a rinnovare il proprio parco mezzi. L’accordo tra Parlamento Europeo e Consiglio UE prevede inoltre due punti molto importanti. Il primo è che il nuovo modello tariffario si applicherà a mezzi leggeri, furgoni e minibus solo a partire dal 2026, il secondo – a ribadire la scelta ecologista – è che comunque, in accordo con la Commissione europea, potranno essere esclusi dal nuovo sistema quei tratti autostradali in cui questo tipo di tariffazione rischierebbe di spostare il traffico su altre direttrici con conseguenze negative sull’ambiente.

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