Era cominciato come gioco di prestigio legale: codici alla mano, la Police fédérale belga nel giugno 2014 aveva cominciato a multare i camionisti dell’Est dediti al cabotaggio illegale che trascorrevano in cabina la pausa lunga da 45 ore.

Pausa lunga fuori cabina, questione di interpretazione

Verbali da 1.800 euro in base a un cavillo: l’articolo 8 paragrafo 8 della direttiva Ue 561/2006 che regola i tempi di guida autorizza gli autisti a trascorrere in cabina le normali soste e le pause brevi, ma nulla dice in merito alla pausa da 45 ore. Però, una circolare ministeriale belga definiva ‘inadatta al riposo’ la cabina per la pausa settimanale. Quindi, multa.

Pausa lunga fuori cabina

Giusto per scoraggiare la concorrenza sleale di Romania e Polonia. Con Francia e Germania che si sono di recente messe in scia. Ma che non è stato gradito da chi ha fatto del dumping sociale la chiave del successo della propria azienda. Così, la semisconosciuta belga Vaditrans di Anversa (un autista multato per riposo settimanale in cabina) ha contestato il verbale, senza successo, via via in tutte le sedi, fino al Raad van Stade, il consiglio di Stato belga.

Pausa lunga fuori cabina, un punto di partenza

Incassato l’ennesimo parere negativo, i legali della Vaditrans hanno sparato alto, puntando sulla Corte di Giustizia Ue. Con un ricorso che ha visto coinvolgere non soltanto il Belgio ma anche il deposito di osservazioni in merito dei governi di Estonia e Spagna (a favore) e Austria, Germania e Francia (contrari).

Il 20 dicembre scorso, la sentenza. Con la quale la Corte Ue ha definitivamente stabilito che il riposo settimanale è definito come «periodo durante il quale il conducente può disporre liberamente del suo tempo» da cui «ne consegue che un conducente non può effettuare i periodi di riposo settimanali regolari a bordo del veicolo». Fine del tira e molla. Una bella vittoria per chi combatte il dumping sociale e un ottimo punto di partenza per la prossima discussione delle nuove norme Ue sui distacchi degli autisti.

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