Un fenomeno di cui si parla con sempre più insistenza, il greenwashing, tanto da giustificare la fondazione di un Osservatorio. SOS LOGistica, insieme a LCA Studio Legale e Mediatyche, hanno infatti deciso di avviare un’iniziativa il cui obiettivo è monitorare i rischi di greenwashing nei comportamenti dei principali player che operano nella logistica. Il cosiddetto greenwashing – ricordiamolo – «è la strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni politiche finalizzata a costruire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale, allo scopo di distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica dagli effetti negativi per l’ambiente dovuti alle proprie attività o ai propri prodotti», secondo la definizione riportata proprio da SOS LOGistica.

Gli obiettivi dell’Osservatorio Greenwashing

L’iniziativa, presentata nel corso di un webinar, intende sensibilizzare le aziende circa l’importanza di una comunicazione veritiera relativamente alle iniziative di sostenibilità e, quindi, di focalizzare le energie e le risorse sul cambiamento effettivo piuttosto che di immagine, anche attraverso la consapevolezza dei rischi legali e di reputazione cui il greenwashing espone. Tra gli obiettivi, oltre al già citato monitoraggio delle attività dei player del settore in chiave di transizione energetica, figurano anche l’analisi dell’evoluzione normativa e delle direttive europee sulla rendicontazione delle performance di sostenibilità; il monitoraggio delle attività da parte della committenza di servizi logistici in merito alla rendicontazione e comunicazione della sostenibilità ambientale e sociale dei propri processi di supply chain e logistica; la sensibilizzazione dell’intero settore e la diffusione di buone pratiche di comunicazione riguardante la sostenibilità.

L’ordinanza cautelare contro l'”ambientalismo di facciata”

L’osservatorio nasce in concomitanza con la prima ordinanza cautelare di un tribunale italiano contro il greenwashing, una pronuncia storica nel nostro paese, che stabilisce un precedente per “ambientalismo di facciata”, nei confronti di una società friulana che produce un tessuto utilizzato soprattutto nei rivestimenti delle auto, ma anche di molti arredamenti. «La logistica è un settore che in questi ultimi due anni sta beneficiando di una visibilità mai avuta prima a seguito del ruolo avuto nella pandemia. Questo può portare gli operatori alla tentazione di approfittarne, con il rischio di esagerare nelle dichiarazioni, dato che il settore non è abituato a comunicare», ha dichiarato Daniele Testi, Presidente di SOS LOGistica.

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«Sempre più imprese, anche nel settore logistico, adottano strategie di green marketing (ingannevoli) finalizzate a indurre in errore i consumatori circa le virtù ecologiche dei propri prodotti o servizi e all’impatto ambientale della propria attività. L’Osservatorio si inserisce proprio in questo contesto, con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento e sensibilizzazione in relazione alla comunicazione green nel settore della logistica e trasporti», hanno aggiunto gli avvocati Gianluca De Cristofaro e Davide Magnolia, entrambi partner di LCA Studio Legale.

«I tempi sono maturi per parlare ed educare le imprese su questo tema; la stessa Commissione Europea ha annunciato che entro il 30 marzo definirà uno standard di valutazione per analizzare quanto e come i brand comunicano, non lasciando più al caso la promozione di prodotti e servizi. Il ruolo di noi comunicatori diventerà sempre più centrale nel guidare le aziende a comunicare al meglio la propria sostenibilità», ha chiosato Elena Rabaglio, Co-Founder e responsabile sostenibilità di Mediatyche.

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