Quando si parla di sciopero dei camionisti in Cile, la memoria corre subito al 1973, quando diedero la spallata al governo Allende, aprendo la strada al golpe di Pinochet e all’assassinio del Presidente barricato alla Moneda. Oggi i camion sfilano di nuovo, in migliaia mescolati ad auto e taxi, come allora, per le strade di Santiago del Cile.

La protesta dei camionisti in Cile contro l'aumento dei pedaggi

In testa al corteo, alcuni malandati bilici con grandi scritte verniciate ‘No + Tag’, sintesi di ‘no más Tag’ (basta aumenti del telepass, Tag in Cile), parola d’ordine della prova di forza voluta per inserire, tra i motivi delle violente manifestazioni di piazza contro gli aumenti dei prezzi che agitano il Cile, anche il costo spropositato dei pedaggi autostradali per i camion.

Il Cile e il camion, il timore che si torni al fatidico 1973

Costi amplificati da una rete ferroviaria inesistente e dalla forma allungata del Paese affacciato sulla sponda del Pacifico del Sudamerica. Basti pensare che sono poco più di duemila i chilometri che separano Arica, al confine settentrionale col Perù, dalla capitale. E che ce ne vogliono altri 2.200 per raggiungere da Santiago l’estremità meridionale della rete stradale con la Carretera Austral 7 a Villa O’ Higgins, lungo un percorso che richiede non meno di 40 ore di guida.

La protesta dei camionisti in Cile contro l'aumento dei pedaggi

Convocata attraverso i social network con l’hashtag #nomastagchile, la manifestazione del 25 ottobre ha suscitato grande preoccupazione nella popolazione cilena. Sono passati meno di 50 anni, infatti, da quando, il 9 ottobre 1972, 165 società di autotrasporto fermarono gli oltre 50 mila camion lasciando a casa con la serrata oltre 40 mila autisti. Sciopero durato 24 giorni, cui via via aderirono tassisti, sindacati di estrema destra e gruppi paramilitari che nel giro di un anno, l’11 settembre 1973, avrebbe portato all’avvento della feroce dittatura militare di Pinochet.

Il leader dei camionisti si affanna a dire che è solo contro il caro pedaggi

Ecco perché il portavoce della protesta, Andrés Alarcón, ha ribadito che lui e i camionisti si battono contro i pedaggi, dichiarando: «Non è possibile che la bolletta mensile del Tag costi più della luce e che il prezzo al chilometro del pedaggio superi quello di un litro di benzina». In effetti, le concessionarie autostradali cilene hanno la possibilità di aumentare i pedaggi ogni anno secondo un fattore fisso minimo del 3,5 per cento, cui si aggiunge una quota legata all’ inflazione. ‘Meccanismo infernale’ che, al 31 dicembre scorso, ha fatto scattare un aumento medio complessivo del 6,4 per cento.

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