nuvole

Che lo Stralis avesse bisogno di un aggiornamento tecnologico lo dicevano a chiare lettere, da tempo, anche a Torino. Che non si cogliesse l’occasione per un purché minimo intervento di refresh sulla carrozzeria e sugli interni, nessuno se lo aspettava. Ma tant’è, lo Stralis 2016 è del tutto identico a quello del 2015 e per scoprirne le differenze nascoste bisogna provarlo.

Anzi, si devono percorrere un sacco di chilometri. Perché il lavoro di cesello fatto sulla driveline è tutto incentrato sull’obiettivo di tagliare i consumi e il Tco (Total cost of ownership, il costo totale di possesso).

posto-guida

Risultati ottenuti sia intervenendo su motore, cambio e ponte posteriore per renderli più performanti, sia sull’elettronica per meglio gestirli e moltiplicare gli aiuti al conducente (e farlo diventare sempre meno ‘piedone’), sia su assistenza e manutenzione per rendere ancor più competitiva la gestione del mezzo sul medio e lungo periodo. Ruote sulla strada, l’Xp 480 della prova fa subito capire che si guida un po’ diversamente dal precedente pari potenza.

Intanto il cambio Hi-Tronix è un velluto, e anche se la velocità non è stratosferica (meglio sulle marce alte) si apprezzano assai le nuove funzioni ecoroll e Gps predittivo (in Iveco si chiamano Hi-Cruise) che fluidificano la marcia e promettono risparmi di gasolio sino al 4,5 per cento (sui saliscendi) che possono decollare all’8 col ponte lungo (2,47), in grado di far ronfare il Cursor 11 a 1.100 giri sulla fatidica soglia degli 80 all’ora. Sempre in zona cambio, si dichiarano 6 decibel in meno di rumorosità, più di 1,6 milioni di chilometri e ben quattro retro per destreggiarsi anche in manovre millimetriche.

motore

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