Poteva mai essere che l’Eurocargo lasciasse al Daily (elettrico) e al fratello maggiore Stralis (nella versione NP 400) l’onore di rappresentare sul mercato lo stato dell’arte Iveco legato ai temi della sostenibilità ambientale? Certamente no. E non tanto per una sorta di competizione interna tra modelli dello stesso brand (peraltro improponibile considerato le diverse destinazioni d’uso), quanto piuttosto per la lunga tradizione che il medioleggero Iveco vanta nel campo oggi vivacissimo e prolifico delle soluzioni alternative, e realmente praticabili, a quella motorizzazione diesel che sempre meno sembra suscitare simpatie presso le amministrazioni cittadine (ma non soltanto) in Italia come in Europa.

E poi anche perchè, come in più occasioni ha sottolineato Pierre Lahutte, numero uno di Iveco, la sostenibilità è (con la tecnologia, il Tco e la business partnership) uno dei quattro valori su cui si basa il business del marchio di via Puglia. Insomma, è nel Dna dell’azienda. E quindi anche in quello dell’Eurocargo, che nella storia di Iveco ci è entrato dalla porta principale (dal 1991) raccogliendo consenso e successi commerciali inarrivabili per la concorrenza. Ebbene, sfruttando la leadership tecnologica di Iveco nel settore delle trazioni alternative, l’Eurocargo Cng sviluppato sulla base dell’attuale modello lanciato nell’autunno 2015 e dalla fine del 2016 disponibile con il nuovo Tector Cng e autonomia di marcia incrementata, realizza un significativo balzo in avanti in termini di efficienza intesa a 360 gradi.

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