Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nel recepire quanto il MEF aveva stanziato con il decreto n.52388 del 28 marzo 2019, ha finalmente messo a disposizione i 45 milioni di euro previsti, come aveva indicato il bando, per «il finanziamento di interventi di completamento della rete nazionale degli Interporti, con particolare riferimento al Mezzogiorno». Il tutto dopo l’attenta valutazione della documentazione fatta pervenire tra maggio e giugno 2020 dalle direzioni degli interporti.

Il presidente di Interporto Padova, Sergio Gelain, ha commentato positivamente il via libera del ministero. Ecco le sue parole. «E’ una grande soddisfazione ricevere questo finanziamento che conferma la qualità dei progetti di crescita infrastrutturale e gestionale del nostro Interporto».

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45 milioni per lo sviluppo e il potenziamento degli interporti italiani

Gli stanziamenti previsti dal Fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese (2018-2022), nello specifico quelli per lo sviluppo degli interporti italiani (che copriranno il 60% dell’investimento previsto), sono stati dunque ripartiti come segue:

  • Bari – Interporto Regionale della Puglia Spa € 4.128.554,93
  • Bologna – Interporto Bologna Spa € 4.314.562,93
  • Cervignano – Interporto di Cervignano del Friuli Spa € 1.909.817,91
  • Jesi – Interporto Marche Spa € 1.065.382,44
  • Livorno – Interporto Toscano A. Vespucci Spa € 3.114.224,23
  • Marcianise-Interporto Sud Europa Spa € 2.213.721,34
  • Novara – Centro Interportuale Merci Spa € 2.472.620,87
  • Orte – Interporto Centro Italia Orte Spa € 3.546.816,60
  • Padova – Interporto Padova Spa € 4.494.336,38
  • Parma – CE.P.I.M. Interporto di Parma Spa € 4.494.336,38
  • Portogruaro – Portogruaro Interporto Spa € 2.025.105,84
  • Prato – Interporto della Toscana Centrale Spa € 1.768.663,27
  • Torino – Società Interporto Torino Spa € 1.690.769,35
  • Trento – Interbrennero Spa € 4.295.530,36
  • Verona – Interporto Quadrante Europa – Consorzio ZAI € 3.465.557,17

Interporto Padova, si inizia dal Terminal Intermodale

L’intervento per il quale Interporto Padova Spa ha ottenuto il contributo dal MIT, che ammonta a quasi 4,5 milioni di euro, riguarda una delle tre fasi – ovviamente tra loro in sequenza e sinergiche – del Masterplan 2020. Avviato nel corso di quest’anno, va a completare il percorso di sviluppo già riconosciuto e sostenuto in questi anni anche a livello europeo. Ha interessato il Terminal Intermodale, oggi dotato di 4 gru elettriche a portale, binari da 750 metri utili. Inoltre, un nuovo gate d’accesso stradale automatizzato.

Il contributo ora ottenuto va a finanziare una serie di iniziative di completamento delle funzionalità del Terminal Intermodale, con particolare riferimento a:

  • automazione delle operazioni di carico/scarico delle unità di carico intermodale (container, semirimorchi e casse mobili)
  • adeguamento e potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria che collega il fascio di binari del Terminal alla stazione RFI di Padova Interporto
  • realizzazione di ulteriori aree di sosta sicure per gli autotrasportatori
  • adeguamento delle infrastrutture per il ricevimento e la gestione di unità di carico refrigerate
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Le reazioni: potenziamento TEN-T e maggiore connessione con il Sud

La strategia adottata ha permesso al polo padovano «di ottenere due finanziamenti sequenziali (unico caso in Europa di finanziamento concesso ad un unico beneficiario) da parte del Programma CEF (Connecting Europe Facility)», ha ribadito Gelain.

Sono stati perciò stanziati 4,4 milioni di euro di finanziamenti «a fronte di un nostro piano di investimenti per oltre 22 mln di euro destinato a sviluppare le attività intermodali. Questo contributo ci aiuta nel proseguire il nostro piano che vuole confermare il ruolo di Interporto Padova, già annoverato come Nodo Core della rete europea dei trasporti TEN-T».

«La strategicità del trasporto ferroviario e di quello intermodale in particolare – ha commentato il direttore generale di Interporto Padova Roberto Tosettoè emersa in modo evidente proprio nel periodo del lockdown  e la domanda di trasporto merci su rotaia è in crescita.  Noi, anche grazie a questo contributo, siamo in grado non solo di rispondere positivamente alla richiesta degli operatori del settore, ma guardando al futuro, abbiamo impostato un piano di sviluppo che poggia sulla digitalizzazione e sull’automazione».

Uno slancio alla digitalizzazione che, come ha ribadito Tosetto, ha permesso di allargare le attività «al traffico dei semirimorchi, con relazioni verso il centro-nord europa, e ci permette di rafforzare le connessioni intermodali con il sud Italia. Una possibilità quindi di maggiore connessione e accessibilità ai traffici merci  da e per i territori del nostro Paese con una modalità di trasporto, che dobbiamo ricordarlo, è tra quelle più sostenibili da un punto di vista ambientale».

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