Nel report ACI-ISTAT sugli incidenti stradali 2019, pubblicato anche quest’anno poco prima dell’esodo estivo, si riscontra un netto miglioramento di pressoché tutte le statistiche che, comunque, restano gravi, soprattutto per la categorie più vulnerabili. Calano quindi i decessi (-4,8%), i feriti (-0,6%) e i sinistri (-0,2%). Per quanto riguarda l’autotrasporto gli incidenti mortali si sono ridotti del 27,5%.

Se nel 2019 sono diminuiti gli incidenti stradali, anche sulle autostrade (-6,1%) in città (-5%) e sulle strade extraurbane (-4,4%), tuttavia sono aumentate le sanzioni per le violazioni del Codice della Strada. Lo scorso anno, inoltre, la mobilità era in lieve ripresa con percorrenze autostradali aumentate dello 0,8% in complesso e dell’1,9% per i veicoli pesanti. Ripresa che, a seguito del lockdown, si è interrotta drasticamente.

incidenti stradali

Incidenti stradali 2019, statistiche positive ma attenzione a categorie vulnerabili

Per quanto riguarda gli incidenti stradali in Italia nel 2019 diminuiscono i morti (3.173 contro i 3.334 del 2018 -4,8%), sono sostanzialmente stabili i feriti (241.384, erano 242.919 nel 2018: -0,6%) e gli incidenti (172.183 rispetto ai 172.553 dell’anno precedente: -0,2%). Un decesso su due appartiene alla categoria degli utenti vulnerabili. I costi sociali dell’incidentalità stradale sono stimati in 16,9 miliardi di euro, pari all’1% del PIL nazionale.

“Se da una parte i dati ci riportano un calo di incidenti, morti e feriti, dall’altra registriamo, purtroppo, un aumento delle vittime nelle categorie vulnerabili, in particolare tra i ciclisti e gli utenti delle due ruote in generale” – dichiara Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia. Nonostante l’auto rimanga il principale mezzo di trasporto, sono ormai numerosi gli utenti della strada che scelgono di spostarsi con i cicli o con i nuovi mezzi elettrici, tra l’altro ultimamente fortemente incentivati dalle misure dei decreti post-covid. Proprio perché ormai l’utilizzo della strada può considerarsi misto occorre “la realizzazione di adeguate infrastrutture e percorsi dedicati”, prosegue Sticchi Damiani. “Preoccupa, anche, il forte coinvolgimento dei giovani conducenti. Auspichiamo il consolidamento dell’esperienza di guida con corsi specifici di perfezionamento da seguire dopo aver ottenuto la Patente di guida. Paesi nei quali è già obbligatorio (Austria e Svizzera), ne hanno dimostrato l’efficacia”.

Le fasce d’età più a rischio

Le fasce d’età più a rischio risultano i giovani tra 20 e 29 anni (466 morti: 14,7% del totale; 75 decessi per un milione di residenti) e gli anziani tra 75 e 89 anni (571 morti: 18% del totale; 90,8 decessi per un milione di residenti). Tra tutti i conducenti coinvolti in incidenti è particolarmente alto il numero di quelli tra i 40 e i 54 anni (29,2%), seguiti dai giovani tra i 20 e i 29 anni (18,3%), ma si registrano proporzioni elevate anche tra i più anziani (9,2% con età 70 anni e più). Anche rispetto alla popolazione il coinvolgimento dei conducenti è più elevato per le classi di età 20-24 e 25-29 anni, con valori, rispettivamente, pari a 9,7 e 9 per mille abitanti. Aumentano ciclisti e motociclisti; diminuiscono pedoni e ciclomotoristi.

L’aumento dei morti ha riguardato, in modo particolare, i ciclisti (253; +15,5%), i motociclisti (698; +1,6%) – che si confermano tra le categorie più a rischio – diminuiscono i pedoni (534; -12,7%) e ciclomotoristi (88; -18,5%). Nel 2019, inoltre, si sono registrate 1.411 vittime tra conducenti e passeggeri di autovetture (-0,8%), e 137 tra gli occupanti dei veicoli per il trasporto merci (-27,5%).

“Siamo giunti quasi alla conclusione della decade in corso sulla sicurezza stradale, l’obiettivo 2020 di dimezzamento delle vittime in incidenti stradali è però ancora troppo lontano in Italia. Malgrado i netti miglioramenti registrati nel 2019, il numero dei morti sulle strade, in modo particolare per alcune categorie di utenti più vulnerabili, a tutt’oggi rimane molto alto” – afferma Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat. “L’impegno futuro nel nostro Paese dovrà concentrarsi sui target previsti dall’agenda europea 2030 e nel lungo periodo orientato verso la vision zero 2050”. Nell’Unione Europea, nel 2019, è diminuito il numero delle vittime di incidenti stradali: poco più di 24.000 rispetto ai 25.191 dell’anno precedente (-2,3%). In Italia ogni milione di abitanti si sono verificati 52,6 decessi per incidente stradale (48,1 nella UE), cifra che conferma il nostro Paese al 16° posto della graduatoria europea.

I luoghi degli incidenti, le cause e le violazioni

Aumentano gli incidenti in città (127.000; +0,2%) , diminuiscono in autostrada (9.076; -3,8%) e sulle strade extraurbane (36.107; -0,7%). Nel 2019 è leggermente aumentato il numero di incidenti in città (127.000; +0,2%) e diminuito sulle autostrade (9.076; -3,8%) e, in modo più contenuto, sulle strade extraurbane (36.107; -0,7%).

Distrazione, mancato rispetto della precedenza o del semaforo, velocità troppo elevata si confermano, anche nel 2019, le prime tre cause di incidente (85.457, complessivamente il 38,2% delle circostanze).

Tra le principali violazioni, che hanno causato l’aumento delle multe rispetto all’anno precedente (+6,7%), si riscontrano velocità (2.525.283), segnaletica (410.933; +12,4%), cinture di sicurezza/seggiolini (257.234; +26,7%) e uso del cellulare (162.363; +18,6%). Segno più anche per le sanzioni per guida in stato di ebbrezza alcolica (42.485; +8,4%), diminuite, invece, quelle per guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti (5.340; -1,2%).

Agosto si conferma il mese più pericoloso I mesi estivi sono il periodo con il maggior numero di incidenti e vittime. Agosto è il mese più pericoloso per il numero di incidenti gravi (2,2 morti ogni 100 incidenti); sulle strade extraurbane si contano 5 vittime ogni 100 incidenti. Giugno e luglio quelli con più incidenti nel complesso, (rispettivamente 16.916 e 16.481).

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