Dopo una lunga attesa, in concomitanza con la revisione del DEF, il Governo ha varato un nuovo sistema triennale di incentivi per veicoli ibridi ed elettrici. La notizia certamente positiva è l’inclusione nel pacchetto anche dei veicoli commerciali, sebbene con qualche distinguo.

Il provvedimento governativo destina 650 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022-2023-2024, che rientrano tra le risorse stanziate dal Governo nel Fondo automotive per il quale è stata prevista una dotazione finanziaria complessiva di 8,7 miliardi di euro fino al 2030. Qui il dettaglio del pacchetto incentivi approvato dal Governo.

Gli incentivi per l’acquisto di veicoli commerciali elettrici

Per quanto riguarda i veicoli commerciali di categoria N1 (veicoli adibiti al trasporto di cose con massa totale fino a 3,5 ton) e N2 (veicoli adibiti al trasporto di cose con massa totale compresa tra 3,5 a 12 ton), il provvedimento recita: «in favore di piccole e medie imprese, comprese le persone giuridiche, esercenti attività di trasporto di cose in conto proprio o in conto terzi sono previsti contributi per l’acquisto di veicoli commerciali di categoria N1 e N2, nuovi di fabbrica, ad alimentazione esclusivamente elettrica. L’incentivo viene concesso con la contestuale rottamazione di un veicolo omologato in una classe inferiore ad Euro 4».

Più nel dettaglio, «è riconosciuto un contributo di 4.000 euro per i veicoli N1 fino a 1,5 tonnellate, di 6.000 euro per i veicoli N1 superiori a 1,5 tonnellate e fino a 3,5 tonnellate, di 12.000 euro per i veicoli N2 da 3,5 tonnellate fino a 7 tonnellate. Per i veicoli N2 superiori a 7 tonnellate e fino a 12 tonnellate è riconosciuto un contributo di 14.000 euro. Queste categorie di ecobonus è finanziata con 10 milioni nel 2022, 15 milioni nel 2023 e 20 milioni nel 2024».

I dubbi di UNRAE sull’atteso provvedimento

UNRAE sottolinea che per l’effettiva entrata in vigore del Decreto potrebbero volerci ancora alcune settimane, diventando pienamente operativo a maggio. La stessa UNRAE plaude alla portata triennale degli incentivi governativi, così come alle misure predisposte per l’acquisto di veicoli commerciali a emissioni zero. D’altro canto, si sottolinea come la drastica riduzione – da € 50.000 a € 35.000 – per la fascia 0-20 g/Km di CO2 rispetto al sistema incentivante 2019-2021 sia una scelta «opinabile e non omogenea» rispetto alle altre fasce di emissione, che tra l’altro non apporta alcun vantaggio complessivo al mercato. «L’unico effetto – scrive UNRAE – appare quello di orientare la domanda sull’acquisto di alcuni brand specifici con un’inevitabile distorsione della concorrenza. Vengono infatti penalizzati molti player del mercato, in particolare quelli esteri, e viene ridotta la possibilità di scelta da parte dei consumatori. Paradossalmente, con l’intento dichiarato di favorire la filiera italiana attraverso alcune forzature, viene penalizzata nel lungo periodo la stessa componentistica italiana, tanto importante per le Case costruttrici estere escluse dagli incentivi».

Dubbi, infine, sulla scelta di non prolungare da 180 a 360 giorni i termini che intercorrono dalla prenotazione del bonus all’effettiva immatricolazione del veicolo, in considerazione della crisi dei semiconduttori e dei ritardi nella produzione causati anche dal conflitto bellico in Ucraina.

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