La Spagna (ferita dalla Dana) diventa riferimento della mobilità sostenibile. Siamo stati al Global Mobility Call 2024
Ripensare profondamente la mobilità è un'esigenza ineludibile. Ne sono convinti gli organizzatori del Global Mobility Call, l’evento annuale che sotto l’ombrello della mobilità sostenibile riunisce alla fiera di Madrid un gran numero di professionisti. Quello a cui abbiamo partecipato quest’anno è stato un evento dal respiro ampio, utile per saggiare tendenze in atto, innovazioni tecnologiche, direzioni che la mobilità prenderà nel prossimo futuro. Il nostro report da Madrid.
Lo scorso mese di ottobre è stato di certo uno dei peggiori nella storia recente della Spagna. I danni della cosiddetta Dana, il fenomeno atmosferico che ha sconvolto soprattutto la zona di Valencia causando centinaia di morti, sono stati spannometricamente calcolati in oltre 30 miliardi di euro. Nei prossimi mesi e anni, insomma, l’intera nazione, oltre a impegnarsi nella ricostruzione delle aree colpite, dovrà ripensare a quello che è successo, cercando di non ripetere gli errori che hanno aggravato la situazione.
Alla base di tutto, e sarebbe ora di rendersene conto, c’è il cambiamento climatico: l’aumento di 2,5 gradi della temperatura del mar Mediterraneo ha contribuito in modo decisivo a innescare il fenomeno. Capire cosa fare per arginare il problema non è semplice e ha anche dei costi non indifferenti. Ripensare profondamente la mobilità è però una delle strade da percorrere. Ne sono convinti gli organizzatori del Global Mobility Call, l’evento annuale che sotto l’ombrello della mobilità sostenibile riunisce alla fiera di Madrid un gran numero di professionisti. Quest’anno sono arrivati a IFEMA Madrid oltre 8mila visitatori, con un +20% per quanto riguarda i partecipanti ‘da remoto’ attraverso lo streaming delle conferenze. Quello a cui abbiamo partecipato quest’anno è stato un evento dal respiro ampio, utile per saggiare tendenze in atto, innovazioni tecnologiche, direzioni che la mobilità prenderà nel prossimo futuro.
Più di 110 conferenze al Global Mobility Call 2024
Rispetto allo scorso anno, la parte espositiva della mostra-convegno ha sì perso qualche pezzo, ma il programma delle conferenze – oltre 110 nei tre giorni della manifestazione, dal 19 al 21 novembre, con più di 450 speaker da tutta Europa e anche oltre – ha ulteriormente alzato il livello. «Per capire cosa vogliamo fare, e dove vogliamo andare con il Global mobility call bisogna guardare proprio il programma delle conferenze», ci ha detto il co-fondatore di Smobhub, ente che con Ifema Madrid organizza l’evento, Juan José Lillo. «Noi vogliamo stimolare, promuovere e accendere il dibattito per trovare soluzioni concrete che possano rendere la mobilità, e non soltanto il trasporto, più sostenibile. Vogliamo anche che Madrid sia riconosciuto come un luogo fondamentale per il networking tra i professionisti della mobilità europea». Sta in questa parola, mobilità, la chiave per capire il senso del Global Mobility Call, che vuole coinvolgere attori di un ecosistema che supera la suddivisione settoriale a cui siamo abituati.
Non deve, quindi, sorprendere che tra le aziende e organizzazioni espositrici ci siano, per esempio, ben poche realtà di logistica (è ben più presente la parte di trasporto pubblico). «L’importante, per noi, è riuscire a coinvolgere realtà dei diversi settori nel nostro programma di conferenze», conferma Juncal Garrido, un’altra dei fondatori di Smobhub con cui abbiamo avuto modo di parlare. «In fondo, il nostro non è un evento dove firmare contratti, quanto piuttosto una piattaforma dove stabilire relazioni tra attori di un ecosistema molto vasto».
Un evento supportato dalle istituzioni spagnole
A volere fortemente la nascita e l’evoluzione del Global Mobility Call sono state a tutti gli effetti le istituzioni spagnole, che supportano attivamente lo svolgimento della manifestazione, dalla chiara ambizione internazionale. Un tentativo evidente di porre il Paese al centro del dibattito sulla mobilità europea in grande cambiamento: una nazione di riferimento nella mobilità sostenibile. Non sorprende, dunque, che sia stato il ministro dei Trasporti, Oscar Fuente Santiago, a inaugurare la tre giorni madrilena. «Dobbiamo modernizzare e decarbonizzare le nostre flotte, intervenendo anche e soprattutto sulla mobilità urbana», ha detto. «Decarbonizzazione e crescita economica sono due facce della stessa medaglia: le risorse da introdurre per la ricostruzione dopo la Dana, che ha interessato il 40 per cento della provincia di Valencia, sono un esempio di quanto stia costando il cambiamento climatico. Riconosco gli sforzi enormi che le aziende del settore stanno facendo e le amministrazioni devono chiaramente essere al loro fianco».
Il tema delle città è stato più volte citato nel corso dell’evento. Un dato su tutti: entro il 2030 si calcola che in Europa le città ospiteranno circa il 75 per cento della popolazione. Il sindaco di Madrid, José Luis Martinez-Almeida, ha parlato degli sforzi che la capitale spagnola sta profondendo nella promozione di una mobilità più sostenibile, con il duplice obiettivo di migliorare la qualità dell’aria e di ridurre l’uso dell’auto privata in favore del trasporto pubblico, per esempio, con veicoli a zero emissioni allo scarico. Da poco è stata inaugurato dall’operatore di trasporto pubblico madrileno un sito produttivo di idrogeno verde che si avvale anche di energia solare. In un primo momento l’idrogeno, stoccato e distribuito in deposito, servirà ad alimentare una flotta di bus. Ma la tecnologia, specialmente quando i costi di produzione scenderanno, potrà essere utilizzata anche nel trasporto merci.
Tornando all’esposizione, interessante dal punto di vista tecnologico è stata soprattutto la partecipazione di qualche costruttore di sistemi di ricarica rapida, come la padrona di casa Iberdrola oppure l’italiana Alpitronic, quotata anche nel settore del trasporto pesante con i suoi sistemi in grado di fornire energia fino a una potenza di 400 chilowatt e già attiva nella sperimentazione della ricarica ultra-rapida megawatt: l’ex start-up bolzanina, benché al momento avara di slanci comunicativi, cresce a vista d’occhio grazie soprattutto a un notevole reparto di ricerca e sviluppo.