C’è ben più di un oceano a separare il trasporto commerciale americano da quello europeo. Due mondi profondamente diversi per tradizioni, dinamiche, progettazione stessa dei veicoli. Difficile immaginare, insomma, un ‘musone’ sulle strade europee e, viceversa, chi ha provato a portare negli States un pesante con lo stile europeo non ha finora avuto successo. Allo stesso modo, gli step van che vantano gli Stati Uniti per il trasporto leggero non sono stati mai digeriti nel vecchio continente, più affezionato, per esempio, alle furgonette.

Per paradosso, la transizione energetica in atto sta però avvicinando, se possibile, le due rette finora parallele. La necessità di ridurre le emissioni nocive del trasporto commerciale è sentita da una parte e dall’altra dell’Atlantico, sebbene venga perseguita in modi differenti. Se, infatti, gli Stati Uniti hanno finora proceduto soprattutto su iniziativa dei singoli Stati (con l’amministrazione Biden, per prima, a cercare di definire un quadro comune), l’Europa sta marciando più o meno unita nel definire il quadro normativo.

Di certo, il cambiamento attraversa entrambi i continenti, Europa e Nord America. Per questo, partecipare per la prima volta ad Act Expo, il principale salone nord-americano dedicato al trasporto commerciale sostenibile, ci ha dato modo non soltanto di vivere da vicino per qualche giorno il contesto Usa, ma anche di capire quali possono essere le interconnessioni con la realtà più vicina a noi.

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Act Expo 2025: 500 espositori e uno spazio cresciuto del 40%

Evento annuale organizzato da una quindicina d’anni, Act Expo si è tenuto nel 2025 ad Anaheim, in California. Non casualmente: lo Stato del Sole è per distacco quello più attivo nella ricerca di alternative ai veicoli tradizionali, grazie soprattutto agli obiettivi stringenti che alcune organizzazioni, prima tra tutte la Carb (California air resources board), hanno saputo esprimere per spingere tutto il sistema verso alimentazioni alternative – dall’elettrico all’idrogeno, fino ai carburanti alternativi provenienti da energie rinnovabili – in grado di ridurre l’inquinamento.

L’edizione 2025 del salone americano, dal 28 aprile al 1° maggio, ha attratto oltre 500 espositori per uno spazio cresciuto del 40 per cento rispetto all’ultima edizione, dato la possibilità a più di 300 relatori di parlare e coinvolto più di 100 giornalisti. Grazie all’attenta organizzazione, pari importanza è stata data allo spazio espositivo e al programma delle conferenze, in un rimbalzo riuscito tra confronto, networking e inevitabile business.

Tangibile la presenza di aziende di trasporto e committenti interessati a valutare una svolta sostenibile della loro attività. Consapevoli sì dell’incertezza dei tempi attuali – acuita dall’opera di smantellamento che l’amministrazione Trump sembra voler fare dei programmi e delle risorse destinate alla promozione del trasporto pulito – ma decisi ad andare comunque avanti.

Il messaggio che emerge da Act Expo è che l’industria non è disposta a fare marcia indietro: tante risorse sono state investite nella promozione di un trasporto nuovo, anche negli Stati Uniti, per poter dire, come sembra voler fare il nuovo-vecchio presidente: ‘abbiamo scherzato’. Piuttosto, rispetto all’Europa si inizia a valutare con maggiore serenità il ruolo che vettori come biodiesel (Hvo o B100) e biogas possono giocare per favorire una transizione più rapida, sebbene non a ‘zero emissioni’.

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Le tre direttrici per una transizione energetica concreta

Uno scenario ben riassunto da Jennifer Rumsey, a capo di una vera e propria istituzione negli Stati Uniti come Cummins. Per perseguire una transizione energetica concreta in un’industria che vale “un triliardo di dollari” e trasporta “11 miliardi di tonnellate di merce ogni anno”, occorre procedere lungo tre direttrici. Normative certe, innanzitutto, punto dolente visti i repentini cambi di direzione imposti a livello nazionale. Concentrarsi sull’intero ciclo di vita dei carburanti o delle tecnologie, la stessa cosa che l’industria stessa sta chiedendo con sempre maggiore insistenza in Europa. Infine, guardare a soluzioni che siano efficaci ma anche pragmatiche: l’elettrico è la soluzione ideale per determinate applicazioni, non per tutte. E in attesa che l’idrogeno mostri tutte le sue potenzialità, dare spazio e promuovere, appunto, soluzioni come i carburanti provenienti da fonti rinnovabili e, perché no, testare l’efficacia di sistemi ibridi anche nel trasporto pesante. Nello specifico, powertrain elettrificati con cosiddetti ‘range extender’ alimentati con combustibili tradizionali.

Jennifer Rumsey
Jennifer Rumsey

Guida autonoma: un tema caldo a tutte le latitudini

Si è poi parlato molto di guida autonoma, tema caldo negli Usa ancor più che alle nostre latitudini, grazie anche al fatto che le normative locali agevolano l’esecuzione dei test su strade pubbliche con veicoli di livello 4 (è ancora obbligatoria la presenza del driver ma soltanto come supervisore). Volvo sta puntando forte sulla tecnologia con un programma interno molto avanzato, mentre la software house Plus, che collabora con Hyundai, i marchi Traton, ma anche con Iveco in Europa, conferma la leadership nel settore.

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