Per far fronte alle crescenti difficoltà che gli autotrasportatori stanno affrontando a causa della crisi pandemica, i leader di tre delle più grandi organizzazioni mondiali del settore, che riuniscono operatori della logistica, spedizionieri e camionisti sono scesi direttamente in campo per lanciare un documento – una sorta di Carta del Conducente (“Driver Charter”) – che alzi gli standard qualitativi della professione, introducendo maggiori tutele e un decalogo preciso da seguire nei rapporti lavorativi, in particolar modo nei siti di carico e scarico merci. Per l’occasione le tre organizzazioni firmatarie della proposta, a cui le imprese interessate possono aderire compilando un form sulla pagina dedicata, hanno lanciato anche un hashtag, #SupportOurDrivers, da utilizzare sui social network.

Il progetto della Carta del Conducente, nello specifico, è stato lanciato dalla Global Shippers Alliance (GSA), dall’IRU, l’Organizzazione mondiale del trasporto su strada, e dall’International Transport Workers’ Federation (ITF), e stabilisce impegni per tutti gli operatori di settore che, quotidianamente, devono interfacciarsi con autisti di camion e furgoni.

Carta del Conducente, un documento necessario per 60 milioni di autotrasportatori

Una categoria che, stando ai dati rilasciati dal comunicato congiunto delle tre sigle, è composta da più di 60 milioni di autotrasportatori a livello globale e che da sempre, a causa di alcuni operatori o committenti irrispettosi, affronta condizioni lavorative difficili a qualunque latitudine del pianeta, sia per la mancanza di servizi igienici adeguati che per la mancanza di rispetto nei piazzali. Una pratica che con lo scoppio della pandemia, come osservato in moltissime situazioni anche qui in Italia, è stata letteralmente esacerbata.

I punti elencati nella Carta del Conducente sono stratificati e numerosi, di volta in volta dedicati a specifici attori del settore dei trasporti. Per esempio gli spedizionieri dovrebbero: fornire ai conducenti l’accesso a strutture sanitarie adatte, adeguatamente attrezzate sia per gli uomini che le donne, private, ben illuminate, ventilate e sicure ma soprattutto gratuite; fornire strutture strutture di benessere in loco, come sale di riposo, mense e spogliatoi, che soddisfino gli standard pertinenti e siano proporzionate alle altre strutture presenti in loco; assicurarsi che le strutture disponibili siano gestite correttamente e stabilire sistemi efficaci di manutenzione e pulizia; fornire personale adeguatamente formato in loco per le attività di carico e scarico; fornire agli autisti l’accesso a un parcheggio sicuro e protetto (durante la notte, se possibile) che sia adatto ai veicoli pesanti; e ancora, strutturare un sistema razionale che eviti sovraffollamenti ai gate. L’elenco completo delle pratiche da adottare da parte dei vari attori sono elencate nella Carta del Conducente, pubblicata insieme al form di iscrizione, sul sito dedicato.

Carenza autisti, un nodo cronico del settore

La Carta del Conducente, oltre alle “good practice” per il mondo dei trasporti, mira anche ad affrontare alcune delle barriere di ingresso nel settore, soprattutto per le donne e i giovani, al fine di risolvere equamente la carenza di autisti che, puntualmente e in maniera cronica, si ripresenta. Più di un quinto dei posti vacanti in molti paesi infatti non vengono mai ricoperti da nessuno, creando così vuoti che nei prossimi anni potrebbero rivelarsi preoccupanti. A pesare anche il gap di genere: solo il 2% degli autisti di camion a livello globale sono donne, e solo il 5% degli autisti ha meno di 25 anni in Europa e in Russia.

“Gli spedizionieri vogliono gestire siti di raccolta e consegna che siano accoglienti e sicuri per gli autisti. È nel nostro interesse, e nell’interesse di catene di fornitura globali efficienti, fare in modo che gli autisti siano autorizzati a fare bene il loro lavoro”, ha esordito Denis Choumert, presidente della GSA. “La Carta del Conducente incoraggerà il rispetto delle leggi e degli standard sui siti di carico e scarico, e favorirà l’adozione delle “best practice” per lavorare al meglio con gli autisti commerciali in tutto il mondo”.

Umberto de Pretto, segretario generale dell’IRU, ha infine concluso ribadendo che: “il trasporto su strada è un anello vitale in tutte le catene di approvvigionamento. Come abbiamo visto chiaramente durante la pandemia, gli autisti di camion e furgoni e gli operatori per cui lavorano sono essenziali per il funzionamento dell’economia globale, eppure troppo spesso si trovano ad affrontare condizioni scadenti. Sono professionisti che hanno bisogno di un ambiente di lavoro decente per svolgere al meglio il loro lavoro”.

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