La diffusione delle varianti del Sars-Cov-2 (sudafricana, brasiliana e in particolare inglese) fa di nuovo tremare l’Europa. Con il rischio di una nuova esplosione di contagi sempre più concreto, a causa della maggiore carica virale insita nelle varianti , alcuni Stati UE hanno imposto severe limitazioni agli ingressi sui territori nazionali, anche per quanto riguarda il trasporto merci. Tra questi paesi troviamo per ora la Germania, la regione austriaca del Tirolo e la Repubblica Ceca: si tratta di importanti hub commerciali per il nostro Paese e sono, di fatto, il punto di arrivo (o di partenza) di numerosi autotrasportatori nazionali. Che ora potranno transitare nelle suddette zone soltanto dopo aver presentato un certificato che attesti la loro negatività al Covid-19. Come già accaduto lo scorso marzo, i controlli di frontiera iniziati tra la notte del 14 e del 15 febbraio per verificare i certificati di negatività, hanno paralizzato la viabilità, con code di Tir che sul Brennero sono arrivati a sfiorare i 40 km.

Brennero

Brennero, un valico che non conosce pace

Per ridurre al minimo i disagi degli autotrasportatori diretti in Germania attraverso il territorio austriaco, obbligati ad esibire un certificato di tampone antigenico Covid-19 negativo (in inglese o in tedesco) effettuato nelle ultime 48 ore, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Enrico Giovannini, il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese hanno concordato l’allestimento di apposite postazioni per far effettuare i test rapidi agli autotrasportatori dalla Sanità Militare-Ministero della Difesa.

La decisione, si legge nella nota del Mit, si è resa necessaria a causa delle misure restrittive adottate nei giorni scorsi dalla Germania e dell’ordinanza con cui le autorità austriache hanno disposto di conseguenza il divieto di accesso nel territorio austriaco-Tirolo, tramite il valico del Brennero, a tutti i veicoli i cui conducenti e occupanti siano sprovvisti di certificato attestante la negatività al Covid-19, tramite tampone (PCR o Antigenico) effettuato nelle 48 ore precedenti.

I controlli sono in corso anche presso passo Resia e al valico di San Candido-Prato alla Drava. Nel frattempo il traffico di veicoli pesanti sull’A22 in ingresso è deviato verso altre direttive per evitare un ulteriore appesantimento dell’arteria.

“Drive Through Difesa”, la soluzione per snellire la viabilità

I kit per i test sono messi a disposizione dalla struttura commissariale della Presidenza del Consiglio e verranno inviati domani mattina al “Drive Through Difesa” in via di realizzazione in prossimità del Brennero, sotto il coordinamento del Prefetto Vito Cusumano, Commissario di Governo per la Provincia Autonoma di Bolzano. Anche la Protezione Civile Nazionale è stata allertata per il necessario supporto e la Polizia Stradale assicura tutti i servizi necessari. Viabilità Italia segue l’evolversi della situazione e assicura gli aggiornamenti informativi per gli utenti.

La Provincia Autonoma di Bolzano sta predisponendo altre postazioni nelle quali effettuare i test in prossimità del valico. Ulteriori postazioni verranno eventualmente attivate in funzione dell’evoluzione della situazione. Infine, anche la Farnesina è impegnata sulla questione e il Ministro Luigi Di Maio mantiene contatti costanti con le Autorità austriache e tedesche.

La reazione di Conftrasporto

Durissima la reazione di Conftrasporto nei confronti delle misure adottate da Germania e Tirolo. Stando alle parole del presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè il neoministro dei Trasporti Giovannini e il premier Draghi dovrebbero applicare il cosiddetto “principio della reciprocità”, ovvero istituire gli stessi obblighi (con il certificato covid negativo) ma dalla parte opposta.

“Ma gli autisti che dovessero risultare positivi dove verranno indirizzati? Dovranno abbandonare il mezzo, e dove?”, si chiede giustamente Uggè nell’appello fatto alle istituzioni italiane. “Anche l’Italia faccia i tamponi ai conducenti provenienti dalla Germania e dall’Austria, disponendo unità mobili di controllo – propone Uggè – Se gli autisti italiani vengono considerati portatori di virus, non si vede perché il principio non debba valere per tutti”.

“Chiedo poi che fine abbia fatto il Corridoio verde europeo che ha consentito fino a oggi di gestire con equilibrio la crisi emergenziale e la necessità di garantire la circolazione di mezzi indispensabile per l’approvvigionamento dei beni”, aggiunge Uggè. “Il Governo investa subito della questione le autorità della Ue”, ha concluso infine il presidente di Conftrasporto.

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