L’onda lunga della Brexit non smette di agitare le acque del trasporto merci tra i Paesi Ue e la Gran Bretagna. Lo scorso 1° gennaio, primo anniversario dell’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, si sono concluse le cosiddette “fasi transitorie” e sono entrati in vigore nuovi regolamenti che prevedono cambi di procedure e controlli per le merci in entrata.

Tutti i carichi in arrivo devono passare dalla piattaforma telematica GVMS Goods Vehicle Movement Service, quale garanzia per le autorità doganali britanniche del fatto che il trasportatore ha presentato le dichiarazioni indispensabili al passaggio di confine prima di mettersi in viaggio. I funzionari doganali, in base ai documenti, decidono il livello di rischio del carico e se, eventualmente, provvedere al fermo e ispezione del camion al momento dello sbarco in Inghilterra.

Dall’estate, poi, andranno a regime, sempre per l’ingresso nel Regno Unito e in base a quanto indicato dalle norme post-Brexit, le nuove procedure per l’ingresso di merci soggette a controlli sanitari e fitosanitari e che prevedono il requisito UK Border Control Post (BCP) per le spedizioni di prodotti di origine animale, vegetale e di piante. In realtà il sistema andrà a regime in tre fasi: da luglio per le carni, il pesce, i vegetali e i sottoprodotti di origine animale; a settembre si aggiungeranno formaggi e prodotti caseari e da novembre tutti le altre merci di questo segmento.

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