Almeno 8 milioni di container in più ogni anno fino al 2030 e l’obiettivo di raccogliere un terzo del traffico merci lungo l’asse tra l’Europa centrale e l’Oriente. È l’ambizioso programma del Baltic Hub Container Terminal, nuova denominazione che nel 2022 si è data quello che un tempo era lo scalo container di Danzica in Polonia.

Un terminal, anzi una galassia di terminal (il T4 sta per essere aperto e il cantiere del T5 è a pieno regime) che nel 2024 ha visto transitare dal porto polacco affacciato sul Baltico 2,2 milioni di container da 20 piedi; per confronto Rotterdam ha sfiorato quota 14 milioni. Un terzo circa dei quali arrivati o partiti da Danzica verso l’Estremo Oriente attraverso 8.400 treni merci, numero che dovrebbe superare quota 11.000 entro l’anno prossimo grazie alla partnership con ÖBB Rail cargo, la filiale logistica delle ferrovie austriache.

Il segreto della crescita del Baltic Hub di Danzica

Il segreto di questa vertiginosa crescita? In una frase di Bartlomiej Felczynski, responsabile dello sviluppo di Baltic Hub, in un recente incontro con gli operatori: “Non soffriamo di congestione, non abbiamo problemi con le infrastrutture di accesso né di disponibilità di personale”. Ovvero un neppure velato invito agli operatori dell’Europa Centrale – Austria, Cechia, Slovacchia e Ucraina – ad abbandonare i porti tedeschi, congestionati e con alle spalle reti stradali e ferroviarie disastrate da anni di mancati investimenti, per scegliere la Polonia come corridoio per l’interscambio merci da e verso la Cina e gli altri Paesi dell’estremo Oriente. 

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