“Nonostante le difficoltà subite dopo il crollo del ponte Morandi, la chiusura di importanti nodi autostradali, l’autotrasporto non si è mai fermato e ha continuato a operare anche in presenza della pandemia del Covid-19“: così esordisce il comunicato con cui Confartigianato, Fai-Conftrasporto e Fiap hanno proclamato lo stato di agitazione e un fermo di cinque giorni, dall’1 al 5 luglio, dei servizi di trasporto per conto terzi presso il porto di Genova. Al centro della vertenza il mancato accordo con le agenzie marittime sui tempi di pagamento, dilazionati a tal punto da rendere insostenibile l’attuale situazione.

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Stato d’agitazione a Genova, l’autotrasporto in fermento

L’autotrasporto, proseguono le sigle, “costretto a viaggiare in condizioni impossibili, rischiando la propria vita e, nonostante ciò, oggi è costretto a doversi fermare per rivendicare il rispetto del proprio lavoro. Le continue richieste di sconti e dilazione sui tempi di pagamento non fanno i conti con la compressione dei ricavi, giunta al limite della sopravvivenza delle imprese”.

D’altronde, dopo che Assagenti, l’associazione di categoria delle agenzie marittime, aveva reso nota l’impossibilità di avviare un negoziato sulle condizioni di pagamento e sulle tariffe per le consegne, lo stato di agitazione pareva già scontato. Una previsione infausta che, puntualmente, si è avverata con lo stato d’agitazione a Genova che – va ribadito – per ora rimane solo proclamato.

Le proposte delle associazioni di categoria

Nel rimarcare che “il libero mercato, in primis deve salvaguardare la libera contrattazione nel rispetto del quadro normativo” le tre associazioni di categoria dell’autotrasporto hanno poi avanzato tre proposte, fondamentali affinché il settore non affondi, con conseguenze irrimediabili per numerose imprese.

La prima e la seconda sono in linea con quanto richiesto a gran voce già durante il secondo tavolo d’incontro con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporto, svoltosi lo scorso 4 giugno, e riguardano, rispettivamente, “la reintroduzione e applicazione dei costi minimi della sicurezza procedendo con modifiche urgenti all’attuale quadro normativo (art. 83 bis) con pubblicazione sul portale del Mit” e “la salvaguardia dei termini di pagamento anche attraverso la non deducibilità delle fatture non liquidate dei servizi di trasporto entro 60 giorni”.

La terza proposta invece è finalizzata a garantire il rispetto della legalità nei porti con “l’introduzione di procedure standard da parte degli organi di controllo, con corpi speciali o dedicati per debellare sul nascere, anche sulla semplice segnalazione di associazioni di categoria” affinché dumping e concorrenza sleale, troppo spesso incontrastate, vengano arginate. Tematiche, queste ultime, al centro anche del Pacchetto Mobilità, appena approvato dalla commissione Trasporti dell’UE e in attesa del via libera dall’Europarlamento.

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