Il tanto atteso incontro del 22 febbraio 2022 al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili con le associazioni di categoria dell’autotrasporto, presieduto dalla viceministra Bellanova, si è concluso senza aver ancora prodotto i risultati tangibili che Unatras e gli autotrasportatori avevano richiesto negli scorsi giorni per attutire i danni economici causati dal rincaro dei carburanti. Mentre azioni di protesta spontanea iniziano a diffondersi in tutta Italia, dal Lazio alla Puglia, fino alla Sicilia.

Autotrasporto, una polveriera pronta ad esplodere senza l’arrivo delle misure richieste

Tra le misure richieste, e che Bellanova aveva fatto sapere di aver recepito nella nota con cui aveva commentato l’incontro della scorsa settimana, ci sono, per esempio, il credito d’imposta sui carburanti, sull’LNG e sull’AdBlue per attutirne i rincari, la ripubblicazione dei costi di riferimento per il settore (per ridurre i fenomeni di concorrenza sleale), nonché l’istituzione di un tavolo permanente strategico sulle policy di settore. Ma non solo: erano tanti i punti all’ordine del giorno (tra cui la gestione del Fondo autotrasporto per il rinnovo del parco veicolare e le attività di formazione) che parrebbero non aver trovato risposta nel tavolo tra Unatras e Mims.

Nonostante la fumata nera, Unatras ha riconfermato la propria disponibilità a proseguire il confronto con le istituzioni, tenendo aperto il dialogo con le imprese per individuare le iniziative più efficaci e opportune per raggiungere le soluzioni auspicate dalla categoria. Unatras, che ha preso le distanze dalle azioni di violenza che hanno avuto luogo in questi giorni, non esclude comunque il ricorso al fermo nazionale dei servizi, ma sempre nel rispetto delle regole e dei codici di autoregolamentazione.

Il punto di Ruote Libere

Dal canto suo Ruote Libere, l’associazione di categoria indipendente che riunisce i piccoli e medi imprenditori nel mondo del trasporto merci per conto terzi, dopo aver espresso alcune critiche nei confronti delle sigle associative che fanno parte di Unatras, ha messo in evidenza che “mentre le associazioni non possono permettersi di proclamare un fermo, il mondo reale, quello fatto di tanti piccoli e medi imprenditori sta organizzando azioni autonome”, purtuttavia ribadendo la sua ferma presa di posizione “dalla parte della legalità” e condannando i blocchi stradali. Che però, nella giornata del 22 febbraio, si sono registrati in diverse regioni: in Sicilia presso l’entrata dell’A18 nei pressi di Catania, in Calabria lungo la Strada statale 106 “Jonica” e in Puglia, più precisamente nel foggiano e nel tarantino. Insomma, una polveriera pronta ad esplodere in assenza delle misure finalizzate al ristoro di “un mondo imprenditoriale che oggi rischia il collasso”, sottolinea Ruote Libere, auspicando la solidarietà e la “comprensione che gli altri settori hanno e avranno” nei confronti dell’autotrasporto.

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