Il van altamente innovativo e «super sostenibile» di Arrival fa tappa in Italia, a Milano e a Roma, nel corso del roadshow che toccherà, da qui a marzo, quindici città di nove paesi europei: dalla Germania alla Francia; dalla Spagna al Portogallo. Noi di Vado e Torno non potevamo farci sfuggire l’occasione di vedere da vicino il veicolo che promette di rivoluzionare la distribuzione cittadina con un modello di business – dalla progettazione all’utilizzo dei materiali, fino alla produzione vera e propria – davvero unico.

Si tratta di un veicolo completamente elettrico con volumi di carico compresi tra 10,5 e 18 metri cubi a seconda delle dimensioni del modello e motori da 67, 89 e 111 chilowatt nelle tre versioni inizialmente previste, con un’autonomia che dovrebbe variare, secondo i dati ufficiali, tra 180 e 300 chilometri. Il veicolo che vedete in queste immagini altro non è che un prototipo, peraltro in versione cosiddetta walk-in pensata per i mercati anglosassoni (il panel van arriverà presto). La roadmap stilata dal costruttore con base operativa nel Regno Unito ha fissato l’avvio della produzione nel terzo trimestre del 2022. Dove? Ovunque ce ne sia bisogno.

Il concetto di microfabbrica per la produzione dei van Arrival

Il modello di produzione, infatti, si basa sulle cosiddette ‘microfabbriche’, cioè siti individuati in diversi paesi e ricavati da strutture già esistenti, dunque senza costruire fabbriche ex novo. Il concetto portato avanti dal fondatore di Arrival, il russo Denis Sverdlov, è molto semplice: con i modelli tradizionali la produzione dei veicoli non può essere davvero sostenibile. Così, le microfabbriche immaginate da Sverdlov sono scalabili e replicabili proprio come le linee di produzione che dovranno ospitare, basate a loro volta su celle in cui è cruciale l’operato dei robot: da quelli industriali ai cosiddetti autonomous mobile robot (Amr), sviluppati e prodotti dalla stessa Arrival, per un totale di circa 70 robot a linea. La supervisione degli operatori e l’applicazione di concetti di machine learning e intelligenza artificiale consentiranno, nei piani del costruttore, di produrre 10.000 veicoli all’anno in ogni microfabbrica, localizzata (anche fiscalmente) nei vari mercati da servire.

La necessità di un trasporto sostenibile in città

«La scelta di puntare inizialmente su van e bus (la cui produzione dei primi modelli dovrebbe partire all’inizio del prossimo anno, ndr) si deve essenzialmente alla forte richiesta delle municipalità, che hanno necessità di promuovere un trasporto pubblico sostenibile e, al tempo stesso, di limitare, anche per ragioni di normative, l’ingresso in città di veicoli inquinanti», spiega Andrea Finardi, Head of Sales per il Sud Europa (Italia, Spagna e Portogallo). «Altro fattore chiave è l’esplosione dell’e-commerce, con la conseguente fortissima richiesta di veicoli in grado di effettuare consegne nei centri urbani. Inoltre, la questione delle infrastrutture è facilmente affrontabile in quanto sia i bus che i van sono veicoli destinati a star fermi la notte, quando possono ricaricarsi in deposito o nella sede, opportunamente attrezzata, delle società di trasporto. Quello di Arrival, però, è un concept che si applicherà, a partire dal 2023, anche alle passenger car».

Arrival

Gli altri pilastri

Quello delle microfabbriche, tuttavia, non è l’unico pilastro su cui poggia il modello propugnato da Arrival, che ha lavorato ‘nell’ombra’, negli ultimi 6 anni, allo sviluppo di hardware e software non solo nel Regno Unito ma anche negli altri centri di ricerca diffusi. «Circa il 70 percento di ciò che fa parte del veicolo è home made – aggiunge Finardi – compreso il sistema digitale di connettività tra i veicoli e tra i veicoli e le piattaforme di gestione delle flotte che fanno capo ai clienti finali. Per quanto riguarda ergonomia, sicurezza e layout dei van, invece, c’è stata una stretta collaborazione con chi nello specifico utilizza questo tipo di veicoli, con l’obiettivo di realizzare un prodotto adatto alle esigenze del conducente e attento alla sicurezza stradale». Ups è stato più volte citato come esempio di collaborazione anche se, ci tengono a sottolineare in Arrival, nessuna partnership è esclusiva.

Arrival

La rivoluzione nei materiali

Nel concetto di sostenibilità sbandierato da Arrival rientrano i materiali con cui sono realizzati i van: un composito in fibra di vetro e polipropilene utilizzato sia per i pannelli esterni che per le parti interne del vano di carico, in grado di offrire una maggiore resistenza agli urti rispetto ai materiali tradizionali nonché di essere più facilmente riciclabili. E a proposito di economia circolare, è di questi giorni l’accordo stretto con i canadesi di Li-Cycle finalizzato alla ricerca sul riciclo delle batterie.

I pacchi batterie vengono assemblati da Arrival (al momento nel centro di produzione inglese, in futuro nelle microfabbriche), mentre le celle, dunque il cuore tecnologico del sistema di trazione, sono fornite dalla coreana Lg Chem.

Sistemi di sicurezza ed equipaggiamenti essenziali

I van Arrival sono equipaggiati con i più avanzati sistemi Adas disponibili, tra cui frenata automatica d’emergenza, cruise control adattivo, miglioramento della visuale dell’utente ed eliminazione dell’angolo morto e lane keep assist. La plancia è estremamente essenziale, per cui basta un monitor dalle dimensioni generose a fornire tutte le informazioni necessarie al conducente. La velocità massima del veicolo sarà di 120 chilometri all’ora. In tema di prezzo di listino, l’idea (audace) è quella di allinearsi ai van diesel di ultima generazione.

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