La brusca frenata subita dal mercato dei veicoli trainati lo scorso marzo purtroppo prosegue anche ad aprile. Dunque nessuna inversione di tendenza per un segmento, quello dei rimorchi e dei semirimorchi con massa totale a terra superiore alle 3,5t, che aveva mostrato segnali incoraggianti nei primi mesi del 2021. Stando infatti alla stima del Centro Studi e Statistiche UNRAE, sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, aprile ha visto un calo del -26,9% di unità rispetto allo stesso periodo del 2019 (1.475 unità immatricolate contro 2.019). Per i veicoli trainati non va meglio nemmeno l’intero primo quadrimestre, in calo di quasi il -20% rispetto a due anni fa. La scelta di confrontare i dati con quelli di due anni fa e non con quelli del 2020, ancora una volta, è stata dettata dal calo vertiginoso registrato dal mercato durante il primo lockdown: il confronto, proprio per questo motivo, non avrebbe colto le reali tendenze in atto.

“Il logico confronto con il 2019 – commenta Paolo A. Starace, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE, in merito al mercato dei veicoli trainati – ci restituisce un mercato nel primo quadrimestre in calo del 19,2% sul corrispondente periodo del 2019. Continua ormai da un biennio la costante flessione del mercato dei rimorchiati. Si ripropongono anche per questo comparto le considerazioni già fatte per i veicoli industriali, circa le possibili cause di questo andamento: prima fra tutte lo stretto legame che esiste tra la domanda e le disponibilità di sostegni agli investimenti delle imprese di autotrasporto. Sostegni che, per quanto vadano reindirizzati e resi disponibili con maggior efficacia, hanno finora costituito un aiuto valido all’indispensabile rinnovo del parco”.

Veicoli trainati

Veicoli trainati, UNRAE punta i riflettori sugli investimenti

“Auspichiamo che il programma di contributi agli investimenti messo in atto fino al 2021 venga rinnovato anche per gli anni futuri – prosegue Starace – con una visione di medio lungo periodo e risorse certe per il rinnovo del parco veicoli trainati, la cui anzianità media è davvero eccessiva e compromette la sicurezza sulle strade. L’accento posto negli ultimi piani incentivanti del Governo sull’intermodalità è certamente una soluzione che porta il sistema trasportistico verso obiettivi di maggiore sostenibilità, ma non può essere l’unica via. Lo shift modale dalla strada alla combinazione strada-ferrovia comporta innanzitutto disponibilità di infrastrutture adeguate – oggi di fatto quasi assenti – e l’elasticità che garantisce il trasporto su gomma è ad oggi l’unico vero strumento per soddisfare le esigenze del tessuto produttivo italiano”.

“La concezione di sviluppo economico alla base del PNRR – conclude Starace – sembra riguardare poco la logistica e ancor meno l’autotrasporto, che nel frattempo regge a fatica la competitività con la concorrenza estera. Occorre un giusto equilibrio tra sostenibilità ambientale e fattibilità e se vogliamo che gli obiettivi condivisi non rimangano confinati nelle pagine del libro dei sogni, serve un approccio pragmatico e mirato alla risoluzione dei problemi”.

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