Venerdì scorso a Milano abbiamo assistito, nella splendida cornice del Belvedere Jannacci, al trentunesimo piano del Grattacielo Pirelli, al convegno “Superare la transizione ideologica”, organizzato da NGV Italy. Si è parlato del ruolo del biometano, dell’idrogeno e dei biocarburanti per la mobilità su strada.

Mariarosa Baroni, Presidente di NGV Italy (nella foto sotto), dopo i ringraziamenti di rito alle istituzioni, ha riassunto in poche parole quello che avrebbero successivamente ripetuto molti dei relatori: “Da un paio d’anni il nostro mantra è ‘una transizione con i piedi per terra’, nel senso che non può essere calata dall’alto, senza considerarne le effettive ricadute. Dobbiamo utilizzare tutta la tecnologia a disposizione, sostenendo il principio della neutralità tecnologica e creando una visione congiunta tra le associazioni e il mondo industriale, in cui il metano e le biomolecole siano riconosciuti come valide alternative all’elettrico”.

Nella lettera inviata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si sostiene che “la sfida è centrale per la nostra epoca e per il nostro Governo, che è impegnato a superare proprio questo approccio ideologico alla transizione”. Principio confermato in un videomessaggio dal Ministro delle Infrastrutture e del Trasporti Matteo Salvini: “L’Italia sostiene convintamente la transizione seguendo il principio della neutralità tecnologica e tutelando la filiera dell’automotive con contributi e incentivi”. Mentre il Governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana afferma: “Da sempre siamo sostenitori della transizione ecologica, perché la sostenibilità è anche un’opportunità, ma le direttive europee sono irrealizzabili e stanno dimostrando la loro criticità con effetti già visibili in Germania. Non possiamo accettare che un intero comparto sia spazzato via per una furia ideologica che distruggerebbe la nostra economia”.

Da gennaio 2025 Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo economico della Regione, assumerà la presidenza dell’Automotive Regions Alliance. Ed è proprio Guidesi a sottolineare le priorità: “Abbiamo bisogno di libertà di azione dal punto di vista regolatorio. Nell’automotive ci è stata imposta una sola soluzione che ha avvantaggiato i nostri competitor a livello internazionale. Dobbiamo considerare che il 30% delle aziende del settore non potranno convertirsi alle nuove trazioni e moriranno. Noi non chiederemo di cambiare gli obiettivi, ma di essere liberi nello scegliere le modalità per raggiungerli. Vediamo un futuro con una mobilità a trazione plurale. Ci vuole buonsenso per evitare un vero e proprio ‘suicidio economico’ e speriamo che la nuova Commissione europea ci consenta di avere maggiore spazio di azione”.

Sul principio della pluralità tecnologica insiste anche Gilberto Pichetto Fratin, Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in un videomessaggio in cui elenca gli incentivi fiscali a sostegno della produzione e del consumo dei biocarburanti e dell’idrogeno verde.

Pluralità di soluzioni

Ha preso poi la parola Gian Luca Pellegrini, direttore di Quattroruote, che riassume: “Si sta finalmente acquisendo consapevolezza che le scelte fatte in maniera ideologica non stiano reggendo all’urto con la realtà. In seguito alle elezioni europee gli equilibri sono cambiati, ma non è detto che ci siano modifiche alle direttive già adottate”. Conferma in una lettera Adolfo Urso, Ministro dello sviluppo economico: “È fondamentale definire a livello europeo una politica industriale che tuteli i posti di lavoro e superare il disaccoppiamento tra politica ambientale e industriale”.

A seguire, il primo panel su “soluzioni e tecnologie per un sistema dei trasporti sostenibile”. Paolo Arrigoni, Presidente del GSE (Gestore dei Servizi Energetici) sottolinea che negli ultimi sei anni la produzione in Italia di biometano è sestuplicata e che la potenziale produzione è tale che “saremmo in grado di decarbonizzare tutto il settore dei trasporti”.

A fornire un punto di vista internazionale è Pankaj Choudary, membro del Parlamento indiano e in carica all’India Energy National in Charge of Research and Policy: “Oggi in India puntiamo ad avere un futuro sostenibile. Essendo un paese agricolo, ci siamo già impegnati molto sulla biomassa e sul biometano. L’anno scorso al G20 abbiamo implementato una nuova alleanza sul biocarburante a livello globale. Il Governo indiano sta fortemente incentivando anche l’energia solare”.

Sulla diffusione italiana dell’LNG è Alessio Torelli di Greenture (gruppo Snam) a fare il punto della situazione soprattutto dal punto di vista delle infrastrutture. “Stiamo cercando di favorire la diffusione di LNG per i camion, per consentire le lunghe percorrenze. Per questo tra un anno apriremo un impianto in provincia di Caserta che andrà ad aggiungersi a quello di Ravenna”.

Sulla pluralità tecnologica e su un ampio ventaglio di soluzioni punta anche ENI, come afferma Felice Simonetti, Head of Sustainable B2B ENI: “Tra le nostre società specializzate c’è Enilive, che produce HVO, una soluzione già presente a differenza degli e-fuel, che sono ancora in fase prototipale”.

Che non esiste una sola soluzione è sottolineato anche da Michele Ziosi, Chief Public Affairs & Sustainability Officer presso Iveco Group: “La mobilità delle merci ha varie strade da seguire, e la demonizzazione del motore endotermico è sbagliata. All’ambiente non interessa come arriviamo alla riduzione delle emissioni, ma che ci arriviamo. I biocarburanti avranno un ruolo fondamentale in questo processo di trasformazione. Ci viene chiesto di ridurre la CO2 ma allo stesso tempo le direttive ci impediscono di aumentare il peso dei camion per adottare le batterie. È importante una revisione complessiva, perché il cliente non comprerà mezzi nuovi se mancano le infrastrutture”.

Dal punto di vista delle istituzioni, sono intervenuti Carlo Fidanza, europarlamentare e capogruppo ECR, e Silvia Sardone, europarlamentare, vicepresidente PPE e membro della commissione ENVI, che confermano che a livello europeo per ora il cambio di passo non c’è stato e che l’accordo non è in discussione. Accordo che favorisce solo l’elettrico ma che va rivisto anche per poter mantenere il diritto di scelta.

La parola alle associazioni

Di Andrea Stegher, vicepresidente di NGV Italy il secondo panel dedicato alle associazioni. A prendere la parola è Gianni Murano, presidente di UNEM, che sottolinea ancora una volta la crescita dei biocarburanti in Italia, confermata da studi indipendenti: “Nel trasporto pesante la partita non è assolutamente chiusa e non dobbiamo fare scelte sbagliate”.

Le perplessità sono confermate dai numeri, conferma Massimo Artusi, presidente di Federauto. “Il mercato si sta spostando sul veicolo usato perché il cliente vuole comprare qualcosa che gli serve. La percentuale di immatricolazione dell’elettrico è ferma al 3,5%, troppo bassa affinché possa incidere sull’ambiente. L’unica alternativa sono i biocarburanti, soluzione che già abbiamo in Italia e che favorirebbe anche la nostra indipendenza energetica”.

Sergio Lo Monte, segretario nazionale di Confartigianato Trasporti: “È importante che si continui a parlare di questi temi per far passare a livello europeo un messaggio interistituzionale che spieghi la situazione italiana. L’autotrasporto italiano è costituito da piccole e medie imprese in cui il costo del veicolo condiziona pesantemente la competitività aziendale. Gli incentivi attualmente esistenti non bastano”.

E nel trasporto pesante?

Nell’ultimo panel dedicato all’automotive e all’heavy duty, Fabrizio Cardilli di SAPIO, spiega che l’idrogeno avrà un ruolo nei settori in cui le altre soluzioni faranno fatica ad arrivare, ad esempio nei camion, grazie alla minor pesantezza rispetto alle batterie, alla possibilità di percorrere tratti più lunghi e di poter già funzionare nei motori a combustione.

Matteo Cimenti, presidente di Assogasliquidi, ripete ancora una volta che GPL e GNL hanno un ruolo concreto nella decarbonizzazione, ed è illogico cercare altre soluzioni quando quelle presenti non richiedono particolari investimenti. Posizione confermata da Christian Curlisi, direttore del CIB (Consorzio Italiano Biometano), che ribadisce i benefici del biometano, soprattutto di derivazione agricola, che in un mezzo pesante potrebbe arrivare ad emissioni negative.

Natale Mariella, vicepresidente di ANITA, afferma: “Abbiamo messo in agenda il tema della decarbonizzazione da oltre 10 anni. Non siamo filo-electric, ma siamo per qualsiasi soluzione costi più o meno come quelle attuali. Molte aziende avevano sposato l’LNG, ma con l’aumento del prezzo del gas questa crescita si è arrestata. Abbiamo bisogno che il Governo ci affianchi nel rinnovamento del parco mezzi, perché le risorse attuali sono insufficienti”.

Natalino Mori, vicepresidente di FAI Conftrasporto, porta il punto di vista dei camionisti: “Ci chiediamo: cosa vogliamo abbattere, le emissioni o un intero sistema economico? Gli stanziamenti in Italia vengono decisi anno per anno e quest’anno sono stati ridotti da 25 a 17 milioni, sufficienti a sostituire 1.000-1.500 camion. Questa transizione dunque chi la paga?”

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