Giornata di festa per SOS logistica, associazione fondata nel 2005 che questa mattina – al teatro Elfo Puccini di Milano – ha celebrato il suo 20° compleanno. Tanti gli spunti interessanti, con relatori di prim’ordine. Su tutti, Francesca Pungiglione e Lucio Caracciolo: la prima, professore in Filosofia Sociale all’Università Vita-Salute San Raffaele, si è soffermata sui valori e sulle diverse tipologie di valore esistenti nel mondo contemporaneo; il secondo, fondatore e direttore della rivista italiana di geopolitica Limes, ha costruito – al solito – un quadro geopolitico accurato andando ad analizzare scenari presenti e, quando possibile, futuri.

La giornata, dunque, è ruotata attorno a questi due perni: valori e geopolitica. Entrambi, ovviamente, messi in relazione con quello che è l’obiettivo dell’associazione che oggi ha festeggiato i 20 anni dalla sua nascita: rendere la logistica più responsabile e sostenibile.
Traguardi non semplici da raggiungere, soprattutto in assenza di una visione geopolitica consapevole e di valori personali, morali e sociali di un certo tipo.

La mattinata è stata resa ancora più frizzante dalle due tavole rotonde moderate da Giovanni Capuano, giornalista di Radio 24 e Panorama, in cui gli stessi Pungiglione e Caracciolo hanno risposto alle domande e agli spunti di riflessione richiamati da alcune personalità di spicco del settore.
Insomma, un parterre di altissimo livello costruito grazie alla sapiente regia del Presidente Daniele Testi.

La nostra intervista al Presidente di SOS Logistica

Ed è proprio il Presidente di SOS Logistica che abbiamo avuto la fortuna di intervistare a margine dell’evento: “La celebrazione dei 20 anni è una tappa di una marcia che vorremmo fosse ancora lunga, anche se è auspicabile che le tematiche della sostenibilità nel settore della logistica siano sempre più condivise, praticate e tradotte in valore perché ancora oggi la narrativa è molto focalizzata sui costi. Auspichiamo che questo gruppo eterogeneo comprendente committenti, operatori logistici, innovatori etc, possa crescere per avere un megafono sempre più forte”.

Poi, agganciandosi a quanto detto dalla professoressa Pungiglione: “Il nostro compito è quello di unire i puntini. E dietro ogni puntino c’è una persona prima che un’impresa. Siamo convinti che nel momento in cui la persona condivide culturalmente questi obiettivi, certi valori, diventa attore e meccanismo di cambiamento all’interno della propria organizzazione”.

La decarbonizzazione dell’autotrasporto

Negli ultimissimi mesi si è acceso ancora di più il dibattito sulla decarbonizzazione e su tutte le implicazioni che questa può avere sulle imprese che operano nel settore. Sul ruolo della logistica e dell’associazione che rappresenta, Daniele Testi è stato chiaro: “Il nostro approccio è ancora una volta back to basic. Lo slogan iniziale, che poi slogan non è, è sempre stato: “inquinare costa”. La logistica e l’autotrasporto sono un meccanismo di efficienza. Bisogna ragionare sulla diminuzione delle emissioni non soltanto per l’effetto che questo avrebbe sull’ambiente, ma anche perché si tratta di un elemento che incide sui consumi. Tutti i processi di ottimizzazione del carico, dei percorsi etc, diminuiscono i consumi energetici e di conseguenza il consumo emissivo”.

Poi un monito e una previsione: “Se ragioniamo soltanto sui costi nel breve termine, ci esponiamo al rischio che i costi sul medio-lungo periodo siano molto superiori. Il mondo dell’autotrasporto, se sarà bravo a cogliere la convergenza tra tecnologie innovative ed energia pulita, diventerà parte della terza rivoluzione industriale. La logistica, così, diventerebbe non solo consumatore ma anche produttore di energia“.

Il ruolo della tecnologia

La digitalizzazione crescente, nel mondo dell’autotrasporto e della logistica ma non solo, apre a nuovi scenari e impone il superamento di sfide mai affrontate prima. Ma, come sottolinea il Presidente di SOS Logistica ai nostri microfoni, offre anche enormi opportunità: “La convergenza di più innovazioni – intelligenza artificiale, capacità di calcolo e miniaturizzazione dei processori su tutte – rappresenta per il mondo del trasporto un’opportunità eccezionale. Intanto agirà sulla sicurezza: già oggi i nostri autisti lavorano su mezzi che hanno la capacità – a svariate centinaia di metri di distanza – di capire cosa potrà accadere e quindi preparare il mezzo ad una frenata piuttosto che a una curva di un certo tipo.

Inoltre, la tecnologia renderà il lavoro sempre più attrattivo. Ad oggi, l’impressione è che il mestiere del camionista venga raccontato ancora – e soltanto – come un lavoro estremamente faticoso. E lo è: perché i mezzi sono mediamente ancora troppo vecchi, e perché – più in generale – le infrastrutture non sono pronte al trasporto pesante. Nel complesso, però, si tratta di una grande opportunità che porterà anche ad un bilanciamento di genere: i nuovi mezzi saranno guidabili più facilmente dal sesso femminile”.

La riflessione finale è sul ruolo dello Stato in questo processo: “Per abbracciare questa transizione ci vorrà anche l’aiuto dello Stato. Il legislatore dovrà facilitare il tutto perché in Italia, è evidente, abbiamo il problema di un mondo autotrasporto troppo piccolo, che non ha le capacità per innovare e investire nella tecnologia. È qui che deve intervenire lo Stato, sempre in un’ottica di medio-lungo periodo e coerentemente con il concetto di sviluppo sostenibile che – tra l’altro – la nostra Costituzione ha inserito all’interno dell’articolo 41 come uno degli obblighi da rispettare per le imprese”.

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