Commissione UE, proposta per imporre una quota minima di veicoli ZEV: IRU e FIAP si oppongono e lanciano una petizione
Secondo le analisi della Commissione, le flotte aziendali rappresentano circa il 60% delle nuove immatricolazioni in Europa: un potenziale che, se orientato verso tecnologie pulite, potrebbe dare una spinta decisiva alla transizione verde. IRU e FIAP, però, si oppongono fermamente a qualsiasi “obbligo rigido di acquisto” e hanno lanciato una petizione.
La Commissione europea si prepara a introdurre una misura destinata a incidere profondamente sul trasporto stradale. Entro la fine di novembre, da Bruxelles arriverà una proposta legislativa per imporre alle grandi flotte aziendali l’acquisto di una quota minima di veicoli a zero emissioni (ZEV), elettrici o a idrogeno. L’iniziativa, denominata Greening Corporate Fleets, punta ad accelerare la decarbonizzazione del settore agendo direttamente sulla domanda.
Secondo le analisi della Commissione, infatti, le flotte aziendali rappresentano circa il 60% delle nuove immatricolazioni in Europa: un potenziale enorme che, se orientato verso tecnologie pulite, potrebbe dare una spinta decisiva alla transizione verde. Tuttavia, la proposta ha già acceso un forte dibattito.
La petizione lanciata da IRU e FIAP
Le principali organizzazioni del trasporto e della logistica, tra cui IRU e FIAP, si oppongono fermamente a qualsiasi “obbligo rigido di acquisto” e hanno lanciato una petizione dal titolo “Si alla transizione ecologica, no agli obblighi” la quale è disponibile, per la firma, tramite il sito IRU.
Secondo queste associazioni, “la transizione non può essere scaricata unicamente sulle imprese di autotrasporto, già sotto pressione per i margini ridotti e la concorrenza crescente”. Quote vincolanti di ZEV – sostengono – imporrebbero costi aggiuntivi senza considerare le reali condizioni operative, la disponibilità di infrastrutture e la sostenibilità economica del settore.
Gli operatori ricordano che la scelta di un veicolo a zero emissioni deve derivare da un’analisi concreta delle missioni: percorrenze, tipologie di carico, tempi di ricarica, accessi urbani e intermodali. Inoltre, FIAP e IRU ribadiscono che i biocarburanti e la neutralità tecnologica devono far parte del percorso verso la sostenibilità.
E se le lobby ambientaliste europee sostengono la proposta della Commissione, affermando che solo obiettivi vincolanti possono dare la certezza necessaria a spingere investimenti su larga scala, IRU e FIAP rispondono sottolineando che si “rischia di creare squilibri e penalizzare un comparto già fragile”.