Giusto un’ora fa, alle 17 del 1° settembre, è scattata la chiusura programmata annuale del traforo del Monte Bianco, che collega Courmayeur, in Valle d’Aosta, a Chamonix, in Francia, e resterà off-limits per i veicoli in transito fino alle ore 17 di venerdì 12 dicembre 2025. E così sarà ancora per diversi anni, per poter procedere con i lavori di manutenzione programmata della galleria.

Una situazione non sorprendente e solo in parte emergenziale, ma che crea non pochi problemi al flusso delle merci da e per l’Italia: quello del Monte Bianco è uno dei principali valichi alpini. A sottolineare i disagi che la chiusura trimestrale comporta ci pensa Paolo Uggè, presidente di FAI-Conftrasporto, che mette in relazione la situazione del Bianco con i divieti imposti dall’Austria alla circolazione lungo la direttrice del Brennero. “Se il Governo non agirà rapidamente, l’Italia rischia seri problemi: con il Brennero da una parte e il Bianco dall’altra, si mette in difficoltà circa il 50% dell’economia nazionale”, ha detto Uggè.

Monte Bianco, secondo Uggè si tratta di un ostacolo alla crescita del Paese

“Possibile che non ci si renda conto che i continui blocchi alle vie di uscita delle merci dal Paese finiranno per rallentare la crescita, ridurre la competitività delle imprese italiane e mettere a rischio una quota significativa del prodotto nazionale?”, ha proseguito il presidente FAI. “Eppure, al di là di qualche presa di posizione isolata, il mondo della rappresentanza del sistema produttivo resta in silenzio o, al massimo, si limita a qualche timido accenno. La FAI/Conftrasporto lo ha ribadito più volte: il tema del Protocollo delle Alpi è uno dei punti centrali della sua politica dei trasporti”.

Al valico del Monte Bianco è dedicato lo Speciale Infrastrutture in uscita sul numero di settembre di Vado e Torno.

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