Livre noir du transport 2017

Si chiama ‘Union belge des ouvriers du transport‘ (Ubt) e conta poco meno di 50 mila affiliati. Ma il sindacato belga è diventato famoso prima in patria e poi in tutta Europa per aver pubblicato il ‘Livre noir du transport 2017 (Libro nero del trasporto 2017). Con il sottotitolo ‘La rotta slovacca, o del dumping sociale’.

Nel libro, il sindacato belga ha ricostruito con grande precisione il cammino seguito da moltissimi grandi operatori per spostare la sede legale in Slovacchia, portando alla luce una rete di società e consulenti che consente, con grande facilità, di aprire una società fittizia – le cosiddette ‘Post Box Company‘, nome che deriva dal fatto che esistono solo sotto forma di una cassetta per la posta – ma di risultare a tutti gli effetti un’azienda di diritto straniero ma comunitario e continuare a operare come prima, tagliando però i costi per il personale.

Ubt denuncia chi si è trasferito all’Est

A lavorare per le cosiddette ‘Post Box Company’, infatti, non sono più autisti belgi, ma cittadini slovacchi con retribuzioni pari a meno della metà e, soprattutto, carichi contributivi ridicoli. Contributi che si tradurranno in pensioni da fame anche in Slovacchia, nonostante il costo della vita sia minore che in Belgio.

Ma questi risvolti non interessano ai ‘signori del vapore‘ che hanno trovato in Bratislava la sede ideale per fare soldi a palate. Pur continuando, dalle loro sedi di Bruxelles e di Anversa, a sostenere gli interventi della polizia locale contro i dannati del volante costretti a vivere nella cabina del camion anche durante la ‘pausa lunga’. Titolo di merito per il dossier Ubt è comunque non solo di spiegare come si pratica il dumping sociale, ma di fare anche nomi e cognomi degli operatori belgi che lo mettono in atto, nomi tra cui spiccherebbe anche quello di una società recentemente vincitrice del titolo di ‘trasportatore dell’anno’.

Livre noir du transport 2017

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