Il Parlamento europeo si è pronunciato proprio ieri, 10 aprile, confermando la roadmap immaginata dalla Commissione per la riduzione delle emissioni generate dal trasporto pesante in Europa, sottoscrivendo le deadline da raggiungere nel 2030, 2035 e 2040 (ne abbiamo parlato qui). Subito dopo, ACEA, l’associazione internazionale che riunisce i costruttori di veicoli, ha diffuso un Manifesto che ha l’obiettivo di tracciare la strada per raggiungere effettivamente gli obiettivi prefissati. a Sottoscriverlo sono i CEO delle principali Case automobilistiche del vecchio continente.

Il Manifesto di ACEA: un appello ai politici europei

I leader dell’automotive, infatti, hanno intensificato il loro appello ai politici europei con un Manifesto per la circolazione di camion e autobus a emissioni zero sulle strade europee, lanciato in vista delle cruciali elezioni europee. “I costruttori di camion e autobus sono impegnati ad aiutare l’Europa a raggiungere i suoi obiettivi climatici, fornendo soluzioni di trasporto su strada sostenibili”, ha detto Harald Seidel (DAF), presidente del Commercial Vehicles Board di ACEA. “Stiamo facendo la nostra parte investendo e incrementando la produzione di modelli a batteria e a idrogeno, ma limitarsi a fissare obiettivi ambiziosi per i produttori e sperare che l’attuazione avvenga senza problemi non è una strategia. L’Europa sta adottando gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per il 2030 più ambiziosi al mondo. Tuttavia, gli obiettivi ambiziosi devono essere sostenuti da condizioni favorevoli altrettanto ambiziose e da un quadro normativo coerente”.

La decarbonizzazione del trasporto su camion e autobus è uno sport di squadra – si legge nella nota diffusa da ACEA – che coinvolge molti attori dell’intero ecosistema dei trasporti e della logistica. I veicoli a emissioni zero non sono il collo di bottiglia e i produttori non possono affrontare da soli la sfida condivisa della decarbonizzazione, soprattutto perché le condizioni abilitanti essenziali sfuggono al loro controllo.

La questione delle infrastrutture

Per contestualizzare la portata delle sfide, secondo ACEA oggi non esiste quasi nessuna infrastruttura di ricarica pubblica adatta ad autocarri e autobus. L’Europa ha bisogno di almeno 50.000 punti di ricarica accessibili al pubblico e di almeno 700 stazioni di rifornimento di idrogeno per raggiungere l’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 del 45% entro il 2030. Gli incentivi volti a ridurre il divario del costo totale di proprietà tra i veicoli diesel tradizionali e le controparti a emissioni zero sono insufficienti.

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