Giovanni Dattoli, Ad Volvo Trucks

Dal 2016 a capo dei Truck Center, ma con una lunga militanza in Volvo, ben 16 anni, prima come direttore vendite e dopo-vendita e poi come responsabile retail dell’intero Gruppo (quindi anche di Renault), Giovanni Dattoli dal primo di agosto è diventato amministratore delegato di Volvo Trucks.

«Essere stato a capo dei Truck Center mi ha permesso di avere una visione del retail e un contatto diretto col cliente importanti. Il che mi consente il dialogo migliore con la nostra rete, che è di tipo misto con concessionarie dirette, soprattutto nel Nord Italia, e private», esordisce Dattoli. «Non abbiamo in progetto di cambiarne la struttura organizzativa, di cui siamo fieri, ma di essere più capillari, quindi di aumentare le officine dove la copertura non è ottimale. In quest’ottica, abbiamo recentemente aperto un’officina in Val d’Aosta (Euroservice a Pollein)».

Qual è la consistenza della rete e dove volete posizionarvi?

«Oggi abbiamo 80 punti di assistenza e penso che il numero corretto sia tra 80 e 85 officine. Non è però tanto questione di numero ma di posizione, di qualità e di livello del servizio. Facciamo un lavoro di retail molto attento per capire quali sono le esigenze dei nostri clienti e per posizionare al meglio le officine. Che siano private o di proprietà devono fornire il servizio di cui il cliente ha bisogno nei modi e nei tempi corretti e che un marchio premium come Volvo deve garantire».

Avete aperto nel mese di ottobre il decimo Truck Center a Settimo Torinese. Come sono ripartite vendite e assistenza traliali e concessionari?

«I Truck Center coprono circa il 40 per cento delle vendite in Italia. Nel dopo-vendita però scendono al 20 per cento perché nelle aree dove insistono ci sono un buon numero di officine private. Un calcolo comunque difficile che si fa sul numero di ricambi acquistati più che sul fatturato».

Con la separazione di fatto tra Volvo e Renault, anche se la sede resta ancora unica, i due marchi del Gruppo avranno politiche commerciali ancora più divergenti?

«Dal 1° ottobre la separazione trai due brand è effettiva. Tutte le funzioni aziendali sono state duplicate. Siamo tornati all’organizzazione pre-fusione. Le strategie commerciali sono state comunque sempre differenti. Per rispetto della concorrenza e dei nostri clienti e, anche, di quelli degli altri marchi. Volvo continuerà a lavorare sulla differenziazione di gamma. Vogliamo che FE, FL, FM e FX siano ancora più presenti sul mercato. Sono prodotti eccezionali in cui crediamo molto. Poi, c’è l’FH 16, macchina inizialmente per appassionati, poi diventata per lavori pesanti e, oggi, buona alternativa, soprattutto il 550 cavalli, all’FH 13. Che resta il nostro cavallo di battaglia. Ora anche in versione Lng, in cui crediamo molto. Anche perché le vendite hanno cominciato a prendere piede e siamo molto soddisfatti del prodotto. Abbiamo un buon potenziale anche se si parla di nicchia di mercato».

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