È iniziata l’invasione dei furgoni d’Oriente
C’è tanto Far east nella top-10 dei furgoni elettrici immatricolati nel 2025 in Italia, conferma di un mercato in crescita, vivace e aggredibile anche da nomi nuovi. In attesa di vedere gli effetti di incentivi ed ecobonus.

Per la loro natura, e soprattutto per il compito che sono chiamati a svolgere ogni giorno, i furgoni sono certamente la categoria di veicoli commerciali più predisposta a essere elettrificata. Questo, ormai, è un dato di fatto.
Le normative che limitano l’accesso ad alcune delle più grandi città europee, sebbene con tendenze diverse tra i vari paesi del Vecchio Continente, possono essere ulteriori alleati in questo senso.
Tuttavia, l’analisi dei trend di mercato, in Italia e non solo, basta per far capire come il passaggio alla mobilità elettrica sia tutt’altro che scontato, anzi piuttosto complesso, anche nel trasporto commerciale leggero.
Il costo elevato di molti van elettrici è una barriera all’ingresso importante. Ma, forse, la burocrazia (e anche i costi) che ostacola l’installazione delle colonnine di ricarica, sia pubbliche che private, è il maggior elemento frenante in questo scenario. Che però ha una sua evoluzione, e nei prossimi mesi potrebbe cambiare molto.
I dati degli ultimi mesi
I dati dei mesi di luglio e agosto ci dicono come nel segmento N1, ovvero sino a 3,5 ton, si siano immatricolati 6.400 van elettrici, ovvero il 4,5 per cento del totale nel segmento, in rialzo di quasi il 150 per cento anno su anno, e ben distante dall’1,8 per cento del periodo gennaio-settembre 2024.
Non proprio un mercato fermo, insomma, anche se la distanza con i quasi 113 mila furgoni diesel immatricolati (circa l’80 per cento del totale) resta ragguardevole.
In Europa, comunque, nei primi sei mesi dell’anno, la percentuale di furgoni elettrici sul totale sale fino a sfiorare il 10 per cento, trainata non solo dall’Italia, ma anche da Spagna, Regno Unito e Olanda.
Il quadro però potrebbe cambiare da qui a fine anno, per via dell’ecobonus annunciato dal Governo e anticipato da due dei maggiori protagonisti del mercato italiano dell’elettrico, Byd e Ford, che sono andati oltre le misure, piuttosto rigide, per la verità, visti i paletti su area geografica, reddito e dimensioni dell’impresa, nel caso dei van, decise a livello governativo, aprendo a partire da settembre gli incentivi all’intera platea di potenziali destinatari disposti a rinunciare al loro ‘vecchio’ furgone diesel in cambio di uno elettrico.
E proprio Byd sta rivoluzionando il mercato italiano dei van elettrici, riuscendo a ritagliarsi una quota di poco superiore al 25 per cento nel suo primo anno di attività vera nel settore. Exploit realizzato nonostante le informazioni non solo sul veicolo, l’Etp3, ma anche sulla strategia del marchio cinese nei commerciali in Italia arrivano con il contagocce.
Bene anche Toyota e Mercedes, nei primi nove mesi dell’anno, che completano il podio per marca con quote di mercato superiori al 10 per cento davanti a Ford (anch’essa in ascesa) e Fiat, i due marchi storicamente leader considerando il totale dei van immatricolati.
I furgoni elettrici più venduti in Italia
Se ci si concentra poi sui modelli di furgoni elettrici più venduti in Italia quest’anno, la graduatoria è dominata dall’Etp3 di Byd, che ne ha piazzato oltre 1.600 esemplari.
La furgonetta Byd da due tonnellate e mezzo dichiara una capacità di carico di 780 chili ed è equipaggiata con batterie da 45 kilowattora che promettono autonomia per 275 chilometri in città e poco più di 230 nel ciclo misto. Fattore chiave per il suo successo, la possibilità di ricarica in corrente alternata da 6,6 kilowatt di potenza.
Il podio tutto asiatico è completato dal duo giapponese Toyota Proace, nelle versioni large van e City (furgonetta), che si piazza davanti al Transit di Ford e allo Sprinter di Mercedes.
In risalita il Nissan Townstar, grazie al recente upgrade, mentre stupisce come l’unico van del gruppo Stellantis in grado di comparire nella top ten in Italia sia il Fiat E-Doblò.
In casa Stellantis, è evidente, il ritardo accumulato nello sviluppo e nella commercializzazione dei veicoli elettrici inizia a mostrare i suoi effetti. Ci si chiede se e quando ci potrà essere il recupero.