La cosiddetta “fase 2” è iniziata, con le dovute precauzioni e le agognate speranze, ma le sospensioni dei divieti di circolazione sulle strade extraurbane per i camionisti proseguono, ancora una volta. Con una nota il Mit ha fatto sapere che la ministra Paola De Micheli ha firmato un ulteriore proroga della sospensione dei divieti, questa volta in riferimento ai giorni festivi del 10 e del 17 maggio per i mezzi adibiti al trasporto cose, di massa complessiva massima autorizzata superiore a 7,5 tonnellate.

fase 2

Fase 2, proroghe ancora necessarie per far fronte all’emergenza

Per i servizi di trasporto merci internazionale, anche con l’inizio della fase 2, permane ancora la sospensione del calendario dei divieti, ormai in atto da mesi, fino a nuove disposizioni del Governo, l’unico soggetto che può effettivamente deliberare su materie internazionali. La sospensione del divieto trasporto merci internazionale non ha infatti bisogno di proroghe ministeriali e può continuare a oltranza fino a un contrordine governativo, a differenza del trasporto nazionale che richiede, per legge, decreti emanati direttamente dal Ministero dei Trasporti.

Nella nota, come già affermato negli scorsi comunicati, si legge che “La proroga del provvedimento è necessaria per far fronte all’emergenza Coronavirus e superare un ulteriore elemento di criticità del sistema dei trasporti non più giustificato dall’attuale riduzione dei flussi di traffico”. L’obiettivo, quindi, rimane quello di garantire gli approvvigionamenti dei beni di prima necessità.

Un settore, quello dell’autotrasporto, sotto stress come mai prima d’ora, tra carenza di liquidità per il crollo delle consegne, camion costretti a fare viaggi di ritorno a vuoto e committenti che pospongono i pagamenti a data da destinarsi. Un momento critico che Unatras, l’Unione Nazionale delle Associazioni dell’Autotrasporto Merci, non ha mancato di sottolineare, in concomitanza con l’inizio della fase 2, nella lettera spedita proprio alla ministra De Micheli per sensibilizzare sulle esigenze impellenti del settore (pedaggio autostradale, polizze assicurative, problema insularità, tempi dei pagamenti ecc), affinché le piccole e medie aziende di trasporti non collassino sotto il peso del coronavirus. La speranza, come dicevamo in apertura, c’è. Ora, non deve venire meno.

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