Sakhalin

I container di merce diretta in Giappone? Entro dieci anni si consegneranno al terminal Hupac di Busto Arsizio o al Quadrante Europa di Verona, evitando l’imbarco a Genova o Trieste. Sarà realtà se Vladimir Putin realizzerà quello che 70 anni orsono fu un sogno di Stalin: collegare la Russia con l’isola di Sakhalin, tre volte più grande della Sicilia, affacciata sul Pacifico a nord del Giappone.

Nel corso della recente visita in Giappone, Putin ha proposto al primo ministro, Shinzō Abe, la costruzione di un collegamento stabile con Europa e Asia. E se d’inverno a Sakhalin fa meno 25 e i venti siberiani accumulano enormi quantità di neve, poco importa. In realtà, il collegamento tra il territorio russo e Sakhalin è un affare interno di Putin che intende costruire un ponte-tunnel lungo una decina di chilometri attraverso lo stretto di Nevelskoi per permettere ai treni russi di raggiungere Nogliki, snodo cruciale della rete dell’isola.

Un tunnel ferroviario e, forse, anche autostradale

Tunnel che tra l’altro, ma i dati sono top secret dai tempi di Stalin, sarebbe già stato scavato per quasi metà della sua lunghezza negli Anni 50. Visto che l’isola di Hokkaido, la più a nord, è collegata al resto del Giappone da un tunnel ferroviario di 53 chilometri, la tecnologia per superarne 43 tra Sakhalin e Hokkaido, ovvero tra Russia e Giappone, non sembra da fantascienza.

Basterebbe trovare i 135 miliardi di dollari (stimati) per l’opera. Ma c’è anche chi vorrebbe affiancare ai binari l’autostrada. Dato che la crisi politica coreana ha cancellato il progetto di tunnel subacqueo (130 chilometri) tra Fukuoka in Giappone e Busan in Corea del Sud. Oltreché per superare con i camion le differenze tecniche dei vagoni: in Europa la distanza tra i binari è di 1.435 millimetri, in Russia di 1.524 e in Giappone di 1.067 millimetri.

Sakhalin

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