La Germania è ancora un laboratorio di idee? Al Future Congress, DEKRA ha provato a immaginare il futuro del trasporto commerciale
Siamo stati, unica testata italiana invitata, al Commercial Vehicle Outlook Conference di DEKRA, che si è svolta a Berlino dal 28 al 29 ottobre. Tanti i temi affrontati in un continuo confronto tra industria, politica e ricerca. Il momento nel trasporto pesante non è semplice e la concorrenza della Cina fa paura: serve un cambio di passo.
					
					Photo credits: DEKRA
Lo chiamano tutti Future congress, traducibile come ‘congresso sul futuro, sebbene il nome ufficiale dell’evento sia Commercial vehicle outlook conference. A organizzarlo è DEKRA, ente certificatore di rilevanza internazionale fondato 100 anni fa e nel tempo diventato sinonimo di affidabilità e rigore, anche nel mondo automotive. Nella sua versione attuale, la conferenza è stata avviata 10 anni fa con cadenza biennale e in sinergia con la casa editrice Etm Verlag.
DEKRA riunisce gli stakeholder dell’automotive pesante in Germania
Vado e Torno, unica testata italiana invitata all’evento internazionale, ha partecipato alla conferenza di Berlino, fortemente germano-centrica, è vero, ma illuminante perché Germania può a ragione essere considerato un faro nell’automotive europeo. A Berlino, dunque, si è parlato di decarbonizzazione e sicurezza; di digitalizzazione e intelligenza artificiale; di ultimo miglio e trainati; di guida autonoma, carburanti, idrogeno e infrastrutture di ricarica, grazie alla presenza di top manager, rappresentanti di istituti di ricerca ed esponenti politici. «Quello che vogliamo fare è radunare i portatori di interesse nel settore dei veicoli commerciali e permettere loro di confrontarsi per cercare soluzioni concrete ai problemi. Insieme, come recita il claim del nostro evento», ci ha detto Oliver Trost, direttore generale di Etm Verlag, che co-organizza la manifestazione.

Fuori dagli schemi delle presentazioni ufficiali, tuttavia, c’è da quelle parti, ancor più che nel nostro paese, la consapevolezza che il trasporto commerciale sta cambiando e che occorre guardare alla Cina (presente con diverse aziende nel programma degli interventi) senza paura, ma con la volontà di comprendere e collaborare. All’inizio del prossimo decennio, «almeno il 70 per cento dei nuovi veicoli commerciali sarà a zero emissioni», ha detto Stefan Schnorr, segretario di Stato del ministero dei Trasporti, spalleggiato da Johannes Pallasch, a capo del Centro nazionale per le infrastrutture di ricarica, le cui previsioni parlano di un 53 per cento di camion elettrici immatricolati in Germania nel 2033, a fronte del 13 per cento di diesel e del 16 per cento di veicoli a idrogeno. «I magazzini delle aziende di trasporto saranno vuoti tra 10 anni se non si agisce subito per rinnovare ed elettrificare il parco veicoli: i prossimi 3-4 anni saranno decisivi in questo senso».

Le spine dell’elettrificazione nel trasporto pesante
Già, il futuro, come da tema dell’evento. Ma oggi? «Nel trasporto commerciale siamo al 3,6 per cento di elettrificazione, con l’80 per cento dei camion elettrici che oggi si concentrano appena in cinque nazioni: da qui all’obiettivo del 35 per cento entro il 2030 c’è tuttora un abisso», ha detto con grande realismo Thomas Fabian, responsabile del settore veicoli commerciali dell’Acea, convinto che i tre fattori principali per la decarbonizzazione siano i veicoli, l’infrastruttura e il quadro politico-normativo: se i veicoli ci sono, gli altri due presentano ancora grosse lacune. Di infrastruttura, peraltro, ha parlato la Ceo di Milence, Anja van Niersen. «La nostra joint venture sta facendo la sua parte: abbiamo 32 hub attivi in Europa, e ci proponiamo di arrivare a 90 entro il 2028, con circa 900 punti di ricarica ad alta potenza per i camion. Ora, però bisogna popolarli».
E se gli interventi dei costruttori di truck – da Daimler Truck a Scania; da Man a Iveco – non hanno fatto che ribadire concetti e gamme di prodotto che i nostri lettori ben conoscono, abbiamo assistito a diverse presentazioni interessanti perché davvero rivolte al futuro. L’ente di ricerca Fraunhofer, insieme a DHL, ha parlato delle potenzialità del battery swapping, vale a dire la sostituzione dei pacchi batterie dei veicoli elettrici in apposite stazioni, citando alcuni casi studio cinesi. Argomento ripreso da Catl, il gigante delle batterie che sta lavorando molto su questa tecnologia, complementare alla ricarica e pensata soprattutto per «specifici casi di utilizzo», ha detto Jianhan He, citando le 424 stazioni già progettate o costruite in Cina. Il problema (non di poco conto), ci ha detto, è che i camion elettrici europei non sono concepiti per lo swap: dunque, c’è ancora tanto da fare.

Cina, idrogeno, sicurezza…
Dalla Cina, e con grande furore, arriva SANY, pronta a commercializzare il suo camion elettrico da 636 kilowattora di capacità nelle versioni trattore e cabinato già dall’anno prossimo, promettendo un delta di prezzo favorevole del 20-30 per cento rispetto ai veicoli europei e un network di assistenza capillare, almeno in Europa centrale, grazie all’accordo firmato con la rete Alltrucks.
Di idrogeno si è parlato piuttosto poco, a conferma del momento non semplice che questo vettore attraversa nell’automotive. Significativa, però, la testimonianza di hylane, giovane startup nata per il noleggio con formula pay-per-use proprio dei camion a idrogeno. «Stiamo crescendo e lavoriamo con almeno 20 aziende leader nella logistica non solo in Germania, ma anche in altri paesi europei. Viste le difficoltà nel mercato dell’idrogeno, applichiamo il nostro schema di business anche ai camion elettrici», ci ha raccontato la giovane direttrice generale, Sara Schiffer.

Di sicurezza, infine, ha parlato Matthew Avery di Euro NCAP, annunciando i nuovi test sui veicoli per la distribuzione regionale nel 2026, nonché l’intenzione di testare e certificare i sistemi di sicurezza passiva anche sui camion dal 2031. DEKRA è partner di Euro Ncap, che utilizza le strutture tedesche del Lausitzring, non lontano da Berlino, per una parte dei test. Menzione, infine, per un pezzetto di Italia: Andrea Condotta di Gruber Logistics ha raccontato l’esperienza diretta e i risultati di due diversi progetti europei sulla guida autonoma in contesti reali di utilizzo.