Alla fine di luglio, la notizia della cessione delle quote di maggioranza relativa di IVECO dalla holding Exor al gruppo indiano Tata Motors ha fatto rapidamente il giro del mondo. La conferma, arrivata lo scorso 30 luglio, ha di fatto messo un punto alle voci che si stavano rapidamente susseguendo circa la possibile vendita dell’ormai ex costruttore nazionale.

Adesso, a bocce ferme e con il mese di agosto che si avvia alla conclusione, si attendono i prossimi passi ufficiali. Detto che l’iter formale per il passaggio delle quote da Exor a Tata Motors è stato già avviato, come confermato qualche giorno fa proprio dal gruppo indiano, l’aspetto che più preoccupa la politica italiana è chiaramente quello occupazionale.

Circa 14mila persone sono interessate agli sviluppi della cessione di IVECO

Occorre ricordare, infatti, che in Italia lavorano circa 14mila persone, dipendenti diretti delle varie realtà di Iveco Group, oltre a quelli legati al cosiddetto indotto. Subito dopo l’annuncio dell’operazione, Tata Motors ha precisato di non voler intaccare le strutture esistenti almeno per i prossimi due anni, inclusi gli stabilimenti produttivi disseminati sul territorio italiano.

L’attenzione dei sindacati, però, resta molto alta, così come quella promessa dal Governo, con il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che nel mese di agosto ha confermato di voler istituire a partire da settembre un Tavolo ministeriale permanente, con l’obiettivo di “garantire le massime tutele per i lavoratori coinvolti” nell’operazione, con particolare attenzione “agli aspetti produttivi e occupazionali”. Alle riunioni previste il mese prossimo parteciperanno sia i sindacati, sia le Regioni dove sorgono gli stabilimenti dei marchi appartenenti a Iveco Group.

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