Black Friday: l’altra faccia dell’e-commerce è la pressione crescente sulle flotte commerciali
A rivelarlo è uno studio di Geotab condotto in vista del Black Friday 2025 (28 novembre): l’aumento della domanda porta a fermate più frequenti, viaggi più brevi e a un incremento del tempo di sosta a motore acceso.
L’e-commerce continua a crescere, ma dietro la comodità degli acquisti online e delle consegne lampo si nasconde una realtà meno visibile: la crescente pressione sulle flotte commerciali, vero motore del settore logistico. A rivelarlo è uno studio di Geotab, che in vista del Black Friday 2025 (28 novembre) ha analizzato i dati dei mezzi aziendali collegati alla propria piattaforma durante il “venerdì nero” e le settimane successive del 2024.
Black Friday, l’analisi di Geotab
Dallo studio, condotto in sette Paesi europei (Francia, Germania, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna), emerge un quadro chiaro: nei periodi di picco lo stress operativo delle flotte è tangibile. L’aumento della domanda porta a fermate più frequenti, viaggi più brevi e a un incremento del tempo di sosta a motore acceso.
Durante la settimana del Black Friday 2024, le flotte hanno registrato un +6% nei consumi di carburante e nelle emissioni di CO₂, con un costo medio aggiuntivo di oltre 28.000 euro e circa 160.000 litri di carburante bruciati in più per flotta. Il numero di viaggi per veicolo è cresciuto del 16% durante il “venerdì nero” e del 17% nella settimana pre-natalizia, per poi crollare del 50% dopo le festività.
“Non si tratta solo di una questione logistica, ma di una partita più ampia che coinvolge l’efficienza operativa e la sostenibilità ambientale ed economica”, commenta Franco Viganò, AVP EMEA & Country Manager Italia di Geotab. “Dall’ottimizzazione dei percorsi alla transizione verso l’elettrico: grazie ai dati e all’intelligenza artificiale, le strategie per migliorare la logistica dell’ultimo miglio sono già realtà”.
Nonostante la crescita della mobilità elettrica, solo il 12% dei viaggi è stato effettuato con veicoli a zero emissioni, segno di una difficoltà strutturale nel sostituire completamente i mezzi tradizionali nei momenti di maggiore pressione.
In Italia, il trend segue la media europea, ma con alcune peculiarità: il calo della distanza media per viaggio è stato più lieve, mentre il tempo di sosta a motore acceso è rimasto stabile, un dato che apre interrogativi sulle abitudini operative dei conducenti.