Alzi la mano a chi non viene un po’ di malinconia a ripensare alle “camionali” italiane, storiche vie di comunicazione percorse quasi esclusivamente da mezzi pesanti e sorte nella prima metà del Novecento. Di fatto antesignane delle autostrade che, a partire dagli anni ’60 con l’Autostrada del Sole (l’A1 Milano-Napoli), avrebbero poi collegato il Paese, facendo crollare barriere temporali e geografiche che per secoli lo avevano diviso.

Col tempo si è perso lo spirito originario delle “camionali” che sono quindi diventate, almeno in Europa, arterie ad utilizzo promiscuo, frequentate anche dai mezzi leggeri. Ma gli Stati Uniti, in previsione dell’esponenziale aumento di traffico previsto per i prossimi decenni, stanno seriamente pensando di riportarle in auge.

camionali

Gli Stati Uniti riscoprono le “camionali”

In Europa le “camionali” sono ormai un ricordo, a partire da quelle dei Giovi (una tratta dell’attuale A7) e della Cisa, ormai entrate nella storia dell’autostrasporto in Italia. Ma la novità è che, entro il 2024, ne rinascerà una negli Stati Uniti lungo la interstate I-75 nell’area di Atlanta in Georgia.

Secondo il Dot, il Department of Transport, infatti, i 70 chilometri che separano il porto di Savannah dalla metropoli, e in particolare il tratto Macon-McDonough dove la I-16 confluisce nella I-75 in arrivo da Orlando, entro il 2040 vedranno raddoppiare il traffico in transito.

Un’autostrada secondaria scorrerà a fianco della carreggiata principale

E per snellire l’enorme volume di mezzi si è deciso di spendere quasi due miliardi di dollari in modo da affiancare alla I-75 già esistente due corsie di Commercial Vehicle Lane per ogni direzione riservata ai mezzi pesanti, con accessi e uscite indipendenti e priva di intersezioni con l’asse principale.

L’obiettivo è quello di offrire al grande volume di autotreni in transito, diretti o in partenza dal porto di Savannah, un corridoio con pochi incroci e occasioni di rallentamento, sempre sgombro e che garantisca un’elevata velocità commerciale.

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