Visto il protrarsi della guerra che coinvolge da oltre due settimane Russia e Ucraina, Bridgestone ha annunciato la sospensione delle attività manifatturiere e delle esportazioni nel paese “invasore”. La guerra in corso, oltre al suo tragico e noto bilancio in termini di vittime e distruzione, sta producendo effetti visibili anche nell’autotrasporto italiano, attraversato da malumori e preoccupazione per via dell’aumento spropositato dei carburanti. Inoltre, sono già tante le aziende che prendono decisioni complesse ma inevitabili se si vuol dare un segnale inequivocabile in favore della pace.

Bridgestone spiega i motivi dello stop alle attività in Russia

Adesso arriva il turno di Bridgestone, il cui comunicato rilasciato oggi, 14 marzo, è perentorio. “Nelle ultime settimane, siamo stati profondamente colpiti dalla guerra in Ucraina e dall’impatto che ha avuto su molte persone innocenti, compresi i nostri dipendenti e partner commerciali. Bridgestone condanna ogni forma di violenza nella speranza che la pace possa essere ristabilita rapidamente. La nostra principale preoccupazione in questo contesto di crisi rimane la sicurezza dei nostri dipendenti e delle loro famiglie”, ha scritto il produttore di pneumatici. La sospensione delle attività, che si accompagna al congelamento di “eventuali nuovi investimenti” e alla sospensione di tutte le esportazioni verso la Russia, avrà effetto da venerdì 18 marzo.

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Bridgestone continuerà a supportare gli oltre 1000 dipendenti nello stabilimento di produzione di pneumatici per passeggeri a Ulyanovsk, in Russia, e negli uffici vendite, confermando il proprio sostegno finanziario. “Molti dei nostri dipendenti hanno partecipato ad attività di volontariato spontanee per sostenere i rifugiati dall’Ucraina”, ha aggiunto l’azienda. “Bridgestone EMIA ha fatto una donazione di 1 milione di euro alla Croce Rossa, mentre 2,5 milioni di euro sono stati donati da Bridgestone Corporation all’UNHCR (Office of the United Nations High Commissioner for Refugees). L’azienda continuerà a valutare ulteriori iniziative per contribuire ad alleviare la crisi umanitaria”.

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